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Lo sviluppo umano integrale alla luce della “Dignitas Infinita”

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Papa Paolo VI, nell’enclica “Populorum Progressio”, sull’onda del Concilio Vaticano II e, in particolare, della “Gaudium et Spes”, ha introdotto il concetto di “sviluppo integrale” il quale adeguatamente declinato significa “di tutto l’uomo” ovvero di tutte le capacità umane che, man mano, il genere umano con la sua crescita, sia fisica che storica, ha acquisito. “Integrale”, di conseguenza, indica una tipologia di sviluppo rivolta a tutta l’umanità. Noi come cristiani abbiamo il compito di ereditare questa sfida, declinandola nel secolo che stiamo vivendo, perpetuando tale conquista di civiltà che abbiamo ricevuto in eredità dal Concilio Vaticano II.

La società civile, in tutto il globo, ha iniziato a mobilitarsi per incentivare lo sviluppo umano integrale, soprattutto grazie all’opera capillare dei mezzi di comunicazione di massa. Ad oggi, attraverso il documento “Dignitas Infinita”, la salvaguardia della dignità umana, è diventata ancora più imprescindibile. Tutto ciò rappresenta un notevole allargamento del messaggio lanciato, a partire dal 1962, con il Concilio Vaticano II. Ai giorni nostri, abbiamo il dovere di renderci protagonisti di questo dovere di tutela delle persone, che ci aiuta a vivere la vita in ogni sua dimensione, in primis salvaguardando la pace, la fraternità e l’integrità dei popoli.

Civiltà dell’Amore” auspica che, i popoli cristiani di antica tradizione, cominciando dall’Europa, possano rinverdire le loro radici in modo decisivo, per la salvezza di tutta la nostra “Casa comune” attraverso la tutela della dignità di ognuno di noi, allontanando i conflitti e facendo trionfare la pace.

Giuseppe Rotunno: