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Gli studenti siano messi al centro dell’azione educativa

Giusti

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Gli ultimi fatti di cronaca hanno evidenziato una recrudescenza sempre maggiore dei fenomeni di violenza messi in atto dagli alunni nelle scuole che, sempre più spesso, hanno esiti drammatici. Tutto ciò richiama la società nel suo complesso, partendo dalle famiglie per giungere alle istituzioni educative, ad affrontare e ad agire senza riserve per lambire ogni tematica articolata legata all’educazione, all’affettività dei ragazzi, attraverso un sostegno a 360 gradi finalizzato alla creazione di ambienti nei quali, il rispetto reciproco, sia un principio fondante nella promozione dello sviluppo della personalità delle giovani generazioni.

Dobbiamo sempre ricordare che, le istituzioni scolastiche nel loro complesso, hanno un ruolo fondamentale nella formazione non solo didattica, ma anche umana degli studenti che, di conseguenza, devono essere messi al centro dell’azione educativa a tutto tondo, promuovendo l’educazione all’affettività, ma anche e soprattutto, sul versante genitoriale, evitando di essere troppo permissivi e valorizzando il rispetto degli insegnanti e delle autorità in ogni ambito.

I giovani devono imparare sempre di più il valore inestimabile della scuola e anche a comprendere che, l’eventuale fallimento in un compito in classe o una bocciatura, non implicano una svalutazione in toto della loro personalità ma sono uno stimolo a studiare di più e meglio. Le delusioni che la vita pone, anche in ambito didattico, servono a far sì che, da adulti, si possa prendere in mano la quotidianità affrontando le difficoltà che essa pone in maniera responsabile e matura. Il primo passo verso questa consapevolezza maggiore, anche con l’aiuto di uno specialista se necessario, deve essere compiuto nelle famiglie le quali, collaborando sinergicamente con le altre istituzioni educative, in primis le scuole, devono educare alla comprensione delle emozioni, all’empatia e al rispetto. Solo così si eviterà il ripetersi di altri episodi di violenza nelle scuole.

Claudio Marcassoli: