Stop ai “bonus”: i possibili effetti negativi sui cittadini

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In Italia, sul versante dei cosiddetti “bonus” e misure di sostegno, allo stato attuale, è stata presa solamente una decisione assai grave, ovvero l’abolizione del Reddito di Cittadinanza poi sostituito dall’Assegno di Inclusione che, in base agli ultimi dati, a causa di iter burocratici complessi e non solo, sembra avere poco successo. Ciò premesso è evidente che, in base a quanto detto dal governo, si sta ragionando attorno ai moltissimi bonus attualmente in essere nel nostro sistema economico. Prima di dare dei giudizi però, occorre vedere l’entità delle eventuali riduzioni. Ad esempio, per quanto riguarda il bonus del 110%, il quale e ufficialmente terminato, ma ci sono ancora delle pratiche da realizzare oppure molte altre misure, come quelle riservati agli studenti o per l’acquisto dei farmaci per le quali, eventuali tagli, avrebbero effetti negativi non solo sui cittadini coinvolti, ma sull’intero ciclo economico. È necessario quindi che si facciano le opportune verifiche.

Guardando al futuro, auspico un’attuazione più celere del Pnrr affinché si possano creare i presupposti per le riforme che servono al Paese e, così facendo, si creino posti di lavoro dignitosi per i più giovani. Riguardo alla manovra di bilancio, vorrei che venisse difeso in misura sempre maggiore il potere d’acquisto delle pensioni e, nello stesso tempo, si tagliasse in maniera decisa il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Occorre inoltre fare tutto il necessario per cercare di ridurre la curva dell’Irpef. In base ai dati pervenuti però, si capisce che le risorse sono poche ma, le stesse, devono essere reperite dai grandi profitti e colpendo l’evasione fiscale al fine di tutelare il potere d’acquisto delle famiglie.