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Sistema sanitario nazionale: i problemi che dovrà affrontare il Ministro della Salute

Il nuovo governo, formatosi dopo la vittoria alle elezioni e al giuramento di Giorgia Meloni come premier, ha iniziato la sua attività. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, si trova a dover affrontare una serie di problemi veramente enormi.

Il primo riguarda il personale: il Servizio Sanitario Nazionale, al momento, soffre di una carenza di organico, non è sufficiente. Inoltre, parliamo di un personale, demotivato, critico su quanto è accaduto. Gli utenti, ossia i pazienti, sono molto scontenti: a causa della pandemia da Covid-19 si sono verificati una serie di problemi e “intoppi”, in molte Regioni, in più, ci sono delle liste di attesa, in alcuni casi si parla di mesi, impressionanti per poter accedere alle visite e ai servizi. Questa problematica riguarda anche le urgenze: se un paziente si reca al Pronto Soccorso rischia di doverci passare molto tempo. La popolazione è ben consapevole dell’enorme sforzo fatto dai sanitari durante il periodo della pandemia, ma le attese infinite creano malumore.

Oggi, sono in molti a domandarsi se sia possibile e giusto continuare con un Sistema Sanitario Nazionale come il nostro, un po’ datato e fuori dal tempo. Questo sistema socialista della sanità è fallito un po’ ovunque. Non bisogna, inoltre, tralasciare il tema della qualità: la sanità del Meridione non è uguale a quella del Settentrione, è un problema che va affrontato. Molto spesso si sente parlare di cure territoriali ma ancora non si vede niente, questo perché mancano i soldi, le idee e il personale per assistere le persone lì sul territorio. Tutto questo, senza dimenticare lo spettro del Covid che, oltre al dibattito sui vaccini o non vaccini, è sempre lì, non si sa se tornerà ed eventualmente con quali varianti.

In campo sanitario, inoltre, non bisogna dimenticare le Regioni: molte si comportano come se fossero degli Stati a sé creando problemi anche nei rapporti con il governo centrale e con la popolazione. Continua questa battaglia per l’autonomia.

Spesso sentiamo parlare di utilizzare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per poter migliorare il Servizio Sanitario Nazionale, ma bisogna chiarire un aspetto. Abbiamo ormai capito quanto sia importante il Pnrr per il nostro Paese, ma questi fondi potranno servire per migliorare le infrastrutture, per accelerare la digitalizzazione, ma non andranno a coprire la spesa corrente. Nel nostro bilancio, la spesa corrente è oal 5-6% del Pil, ossia la metà di quello che mettono in campo altri Stati evoluti. Il Sistema Sanitario Nazionale non è stato rimesso in sesto come avrebbe meritato.

Il ministro si troverà, quindi, di fronte a tutta una serie di problemi – in alcuni casi anche di impostazione concettuale – che gli daranno molto da fare. Se il presidente del Consiglio, nella peggiore delle ipotesi, non dovesse interessarsi della sanità, il ministro Schillaci non potrà fare molto da solo, non avrà la forza necessaria per poter andare avanti. A causa di questa serie di enormi problemi, si dovrebbe rimettere in discussione tutto il sistema sanitario, ma pacatamente, non c’è bisogno di utilizzare sempre i toni da “campagna elettorale”. Io auguro al ministro Schillaci di trovare la forza per poter svolgere egregiamente il suo compito.

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