Secondo welfare, la protezione sociale per i più fragili

Foto di Manuel Alvarez da Pixabay

Il diritto alla cura, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che recita “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda il nostro sistema di welfare, deve essere salvaguardato e, ove possibile, ampliato per far fronte alle fragilità emergenti.

Una di queste è indubbiamente delineata dalla crescente popolazione anziana la quale, in Italia, ammonta a oltre 14 milioni di cittadini che, in molti casi, hanno bisogno di assistenza e cure per una serie di patologie legate all’età avanzata. Tutto ciò deve trovare una risposta adeguata e celere, se necessario varando nuovi strumenti basati sugli assiomi contenuti nel dettato costituzionale.

Questo obiettivo di civiltà però, potrà essere perseguito solo grazie all’ aiuto e al contributo fattivo di tutti i soggetti istituzionali e sociali coinvolti. In altre parole, occorre che, ognuno di noi, concorra a formare sempre di più quello che viene definito “secondo welfare”, conosciuto anche con il nome di “welfare community”, che si pone come modello di protezione sociale “di rinforzo” a quello pubblico e, grazie al contributo di soggetti privati, parti sociali e realtà del Terzo settore, ha la finalità di dare ai cittadini nuove forme di sostegno e colmare così gli attuali punti deboli.

Noi di Acli Colf, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte in nome dell’essere prossimi che, con lungimiranza, Papa Francesco ci ha indicato affinché nessuno sia lasciato solo. Serve però l’aiuto di tutti: solo così potremo diventare una società autenticamente fraterna e creare le basi di un futuro dove, ognuno, indipendentemente dall’età o dalle proprie condizioni di salute, possa sentirsi pienamente incluso.