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Se vuoi la pace…preparala

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Assistiamo ad una nuova corsa agli armamenti, a minacce tra Stati, mentre continue guerre intestine tolgono la vita a migliaia di militari e civili. È ora di cambiare rotta, di fare inversione ad U. Lo spettro della guerra nucleare e della terza guerra mondiale “a pezzi” ci porta decisamente a parlare di educazione alla pace partendo dalle scuole, formando i giovani alla non violenza, sviluppando un servizio civile per il bene comune con una attenzione particolare agli ultimi e ai poveri.

Nel libro del profeta Isaia c’è un bellissimo passo, che dice: “Ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco”. Cioè la distruzione dell’equipaggiamento militare preannuncia un’epoca di pace. Quale? “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra”. 

E' ora di attuare con decisione questa profezia, di riconvertire le fabbriche di armi in fabbriche che supportino la vita e non scelte di morte. Ad Aleppo, in Siria, i bombardamenti uccidono i bambini; la guerra di mafia ha il coraggio di uccidere e bruciare un bambino di tre anni; gli Stati armano i medici con bisturi che uccidono le creature innocenti nel seno materno. È un massacro. Nel mondo ci sono 250.000 bambini soldato armati fino ai denti, che anziché giocare per crescere, muoiono già dentro, nel cuore. Dobbiamo iniziare questo nuovo anno con una scelta politica nuova, forte, una politica a servizio della pace.

Gli italiani tra poco saranno chiamati ad esprimere il loro voto. Noi facciamo ai candidati una proposta forte: nel nuovo Governo che andrete a formare, istituite un ministero nuovo, il Ministero della pace. Non è una fantasia, è una proposta meditata, possibile, efficace, come spieghiamo nelle pagine che seguono. La nonviolenza è la grande pedagogia che i giovani ascoltano e sentono come verità. La guerra è il mezzo più barbaro e più inefficace per risolvere i conflitti. L’inequità e l’ingiustizia sono la base di ogni guerra. Non c’è pace senza giustizia. Nel corso della storia si è applicato il detto latino “Si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace, prepara la guerra. Oggi noi diciamo: “Se vuoi la pace, prepara la pace”. 

Tratto da “Sempre”
 

Paolo Ramonda: