Il neo-presidente ucraino Volodymyr Zelenskij comincia a scoprire le sue carte dimostrandosi non meno filo-occidentale del suo predecessore PetroĀ Poroshenko. Questo ĆØ quanto si ĆØ potuto evincere dal recente summit Ucraina-Ue durante il quale lāex comico ha avuto il suo primo contatto diretto con lāestablishment europeo: le strette di mano con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker sono comparse sui principali siti di informazione proprio mentre, dallāaltra parte della barricata, Vladimir Putin riceveva a Mosca il presidente cinese Xi Jinping. La polarizzazione delle due parti sembra, dunque, completata:Ā lāUcraina in Europa e la Russia sempre piĆ¹ orientata verso lāAsia e le sue prospettive future. Purtroppo, perĆ², interpretare segnali del genere non ĆØ mai troppo semplice, soprattutto se rilevate in un periodo di instabile transizione come quello che sta vivendo Kiev negli ultimi mesi.
Zelenskij ĆØ volato a Bruxelles presentandosi nella veste di nuovo volto ucraino, con una chiara strategia da portare avanti in politica estera: garantire allāEuropa piena continuitĆ con quanto costruito dallāUcraina post-Majdan, piena integrazione nelle strutture comunitarie e, cosa piĆ¹ importante, nella Nato. Il Zelenskij ammirato nel quartier generale dellāUe ĆØ un leader diverso rispetto a quello che giusto poche settimane fa parlĆ² alla Rada annunciando grandi cambiamenti. Oltre alle note prioritĆ strategiche di Kiev, Zelenskij si ĆØ anche detto convinto nel voler ripristinare lāattuazione dei punti giĆ stabiliti con il protocollo di Minsk nel 2015, sedendosi al tavolo delle trattative con Mosca per il cessato il fuoco nel Donbass. Il presidente ha tenuto a precisare che ciĆ² avverrĆ soltanto nel momento in cui il Paese āsarĆ in grado di proteggersiā. Non ĆØ chiaro sapere a cosa precisamente Zelenskij alludesse, ma lāavvicinamento con gli alti quadri della Nato ĆØ stato accertato: il segretario Jens Stoltenberg ha sempre considerato lāUcraina un partner apprezzatissimo in virtĆ¹ della sua posizione strategica. Kiev nellāAlleanza Atlantica vorrebbe dire armi e basi americane direttamente sullāex suolo sovietico. Zelenskij si ĆØ preoccupato principalmente di rassicurare le compagini europea ed americana confermando la rotta intrapresa dal Paese da cinque anni a questa parte: gli investimenti in termine di iniziative e risorse degli ultimi anni, dunque, non andranno persi. Il āservo del popoloā ha voluto addirittura spingersi oltre, annunciando una proposta di referendum sullāadesione alla Nato che stravolgerebbe completamente gli equilibri geopolitici del continente.
Anche sul piano della dialettica poco o nulla sembra essere cambiato. A colloquio con il polacco Donald Tusk, Zelenskij ha tenuto a precisare che unāUcraina nella Ue segnerebbe la āfine dellāimperialismo russoā ed una spinta propulsiva fortissima su tutto lo spazio post-sovietico, ricalcando in tutto e per tutto schemi giĆ ampiamente rivisti nelle dinamiche politiche dellāEuropa centro-orientale post- Guerra Fredda. Secondo diversi analisti, i vettori strategici della politica estera rimarranno immutati, la differenza tra Zelenskij e Poroshenko la si noterĆ nella tattica che verrĆ adottata e, soprattutto, nello stile: un volto giovane, comunicativo, lontano dalla politica di professione, circondato da collaboratori coetanei dal curriculum di respiro internazionale, come la neo-assunta portavoce Julija Mendelā, giĆ al lavoro presso il New York Times e la World Bank. In altre parole, il Paese vuole a tutti i costi rimuovere quella coltre di polvere āsovieticaā che ricopre la politica ucraina fin dal 1991. CāĆØ da chiedersi fino a che punto lāopera di Zelenskij riuscirĆ ad agire in profonditĆ o rimarrĆ soltanto lāennesima operazione di facciata. La politica di Poroshenko, seppur ostile alla Russia, risultava essere spesso un po' goffa e spesso prevedibile, con Mosca che ĆØ sempre riuscita a rispondere colpo su colpo. La dinamicitĆ di Zelenskij puĆ² risultare un problema in piĆ¹ per il Cremlino: una volta limati gli estremismi che da sempre logorano la politica ucraina, Zelenskij porterĆ al tavolo delle trattative un Paese piĆ¹ pronto a recepire i dettami europei, nonchĆ© abile nel comunicare con piĆ¹ efficienza le proprie esigenze strategiche.