Intervento

A scuola di solidarietà: ecco come insegnarla ai giovani

Tra meno di trent’anni, secondo le ultime statistiche disponibili, le persone con più di ottant’anni saranno più di 420 milioni pertanto. Il progressivo invecchiamento della popolazione, rappresenta una delle sfide sociali più grandi a cui, i diversi Paesi, dovranno dare delle risposte articolate in termini di welfare e nuove fragilità sociali emergenti. Prima di tutto però, ognuno di noi, deve raggiungere piena consapevolezza del fatto che, coloro che stanno attraversando la Terza e la Quarta Età, rappresentano una risorsa da valorizzare pienamente, soprattutto per quanto riguarda la crescita dei nostri giovani.

Occorre ricordare che, questi ultimi, attraverso il dialogo intergenerazionale hanno l’opportunità di diventare depositari di memorie e tradizioni indelebili in cui, senza se e senza ma, è racchiusa anche la soluzione fraterna per i problemi che attanagliano la società attuale. Servono nuove forme di protagonismo per gli anziani. Abbiamo il dovere di contrapporci con la forza del bene a quella che, con assoluta lungimiranza, Papa Francesco, ha definito “cultura dello scarto”. Molti di loro purtroppo, ad oggi, si trovano ad affrontare le vulnerabilità insite nell’età avanzata da soli ma, invece, devono poter tornare ad essere al centro della società, partecipando alla vita delle comunità ed essendo inclusi a tutto campo.

Il futuro che ci attende deve porsi come finalità principale la piena partecipazione democratica di ogni cittadino ed il contrasto ad ogni forma di isolamento o discriminazione basata su meri caratteri anagrafici. In particolare, guardando all’Agenda Onu 2030 e alla sostenibilità sociale insita in essa, in qualità di cristiani, dobbiamo adoperarci per attuale politiche sociali e sanitarie che mettano al centro il diritto alla cura, alla salute e alla presa in carico dei più anziani con l’obiettivo di perseguire sempre la dignità della vita in ogni fase. Così facendo, insegneremo alle giovani generazioni il valore più profondo della solidarietà, da cui potrà essere gettato il seme di una società più attenta ai suoi membri più fragili.

Pietro Giordani

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