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Scienza per la pace: tre campi per il futuro

La scienza per la pace ha avuto inizio subito dopo le esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, in particolare ad opera di Albert Einstein e Bertrand Russel. Il primo aveva perorato la costruzione della bomba atomica e aveva dato inizio al cosiddetto “Progetto Manhattan”, che ne aveva segnato l’inizio. Quindi, dal punto di vista pratico, la scienza per la pace nasce dalle stesse mani di coloro che, come Einstein, pur essendo un uomo di pace, avevano dovuto soccombere alle esigenze militari e far sƬ che, il primo impiego di questa energia, fosse di natura distruttiva.

Da lui e da Bertrand Russel, dopo la constatazione della capacitĆ  distruttiva della scienza, ha preso inizio un percorso di pace. In Italia abbiamo avuto diversi esempi forti di questa tipologia di scienza, come gli incontri di Erice e la stessa CiviltĆ  dell’Amore che, ad Assisi, ha sviluppato la conversione in energia di pace delle armi nucleari. Ora, dopo l’esperienza della pandemia e le diverse guerre attualmente in corso nel mondo, la scienza per la pace ĆØ obbligatoria. Altrimenti si prospetta l’alternativa della distruzione immediata. Occorre fare passi da gigante in questa direzione.

Lo sviluppo dell’energia nucleare per scopi pacifici ĆØ diventato ufficiale dopo le dichiarazioni dell’allora presidente degli Stati Uniti Eisenhower che, nel 1952, dopo l’inizio della cosiddetta “corsa agli armamenti” da parte di Usa e Urss, espresse la volontĆ  di fare “atomi per la pace”. In quel momento ĆØ nato il nucleare di pace a cui, nel 1957, ha fatto seguito l’Euratom dopo il quale l’Europa ha sviluppato i reattori nucleari. Oggi, questi ultimi, sono 480 e, in futuro, nell’ambito della ricerca scientifica, si avranno sviluppi soprattutto in tre campi.

Il primo ĆØ quello dei reattori con i neutroni veloci, ovvero con una velocitĆ  quasi pari a quella della luce, che attualmente sono il tipo di impianto in grado di produrre energia elettrica in una quantitĆ  tale da soddisfare tutto il fabbisogno elettrico del mondo nei prossimi cento anni. L’altra forma di sviluppo di questa tipologia di energia ĆØ quella dei piccoli reattori nucleari che si stanno sviluppando in vari paesi. Essi sono meno invasivi, consumano meno combustibile ed hanno una resa elevata per bruciare i rifiuti radioattivi.

L’energia nucleare, in una piccola quantitĆ  di materia, produce moltissima energia che, se viene sfruttata adeguatamente, offre una fonte ingente per il fabbisogno elettrico in tutto il mondo. Occorre perĆ² grande preparazione e competenza e non si puĆ² improvvisare un impego cosƬ facile, ma potrĆ  offrire a tutti un futuro di energia pulita a 360 gradi. Inoltre, lo sviluppo di questo tipo di energia, si esplica anche nella possibilitĆ  di produrre idrogeno senza generare Co2. Un’altra applicazione indiretta del nucleare ĆØ il teleriscaldamento, come giĆ  avviene in alcune aree del Nord Europa, e permetterebbe di risparmiare molto sulle bollette.

La promozione della pace nell’ambito della scienza, per la comunitĆ  cristiana, implica il fatto di tenere un solido rapporto con la comunitĆ  scientifica, ovvero orientare la ricerca e le applicazioni per scopi di pace. In Europa, ad esempio, ci sono undici stati nucleari e noi, attraverso la comunitĆ  scientifica, abbiamo promosso la conversione delle armi nucleari in strumenti di pace. La prossima settimana, nella giornata di martedƬ, a dimostrazione della nostra unitĆ  con gli scienziati, svolgeremo lā€™evento ā€œConversione delle armi nucleari in energia e sviluppoā€ uno specifico seminario che si svolgerĆ  anche in modalitĆ  remota, destinato agli Operatori del Settore Nucleare presenti in Italia (UniversitĆ , Industrie, Gruppi Scientifici, PersonalitĆ ) e svolto in collaborazione con lā€™Associazione Italiana Nucleare AIN e, chi lo desidera, ĆØ invitato a seguirlo a distanza.

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