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Il sapere e i valori degli anziani per costruire un futuro migliore

Oggi si celebra la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani istituita da Papa Francesco nel 2021 con l’obiettivo di valorizzare l’incontro intergenerazionale, tra giovani e anziani e tra nonni e nipoti. Nel corso del tempo, la concezione di senilità è progressivamente cambiata: tra gli anni ’50 e ’60 del ‘900 l’aspettativa di vita media si aggirava intorno ai 63 anni per gli uomini e 66 per le donne, oggi invece, grazie al miglioramento della qualità della vita e della medicina, siamo arrivati ad oltre 80 anni per entrambi i sessi.

Il trascorrere delle epoche ha fatto cambiare molte cose, una però è rimasta immutata: il significato profondo, i valori dell’essere anziano e il bagaglio di esperienze che la vita ha insegnato loro. Frequentemente oggi però, nel parlare comune, la cosiddetta “terza età” viene identificata quasi esclusivamente come un periodo della vita dove le forze fisiche e le energie emotive gradualmente vengono meno. È necessario invece focalizzarsi maggiormente sul benessere emotivo – emozionale che, gli anziani e i nonni, apportano all’interno della quotidianità delle famiglie, nell’educazione e della cura dei nipoti e, di conseguenza, delle nuove generazioni.

Questi aspetti ci suggeriscono di fare maggiore attenzione agli aspetti psicologici che la senilità porta con sé, prevenendo l’isolamento e facendo sì che si possano costruire relazioni sociali positive. Le caratteristiche appena elencate consentiranno di vivere l’invecchiamento in maniera migliore, ma soprattutto di trasmettere, attraverso l’educazione e il dialogo intergenerazionale, i saperi e i valori del passato nell’ottica di creare un futuro migliore.

Claudio Marcassoli: