Papa Francesco nella Esortazione apostolica «Gaudete ed Exsultate» ci ha presentato la santità della vita quotidiana sotto l’aspetto della gioia. “Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12). L’Esortazione vuole “far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità” (GE 2). “Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità», scrive il Papa, spiegando che i santi non sono solo «quelli già beatificati e canonizzati”, ma il “popolo” di Dio, cioè ognuno di noi, che può vivere la santità come un itinerario fatto di “piccoli gesti” quotidiani. “La santità è il volto più bello della Chiesa”, ci ricorda il Pontefice.
“La vita cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita” (GE 158). Il Papa non riduce la lotta a una battaglia contro la mentalità mondana che “ci intontisce e ci rende mediocri”, né a una lotta contro la propria fragilità e le proprie inclinazioni. Ognuno ha la sue, precisa Francesco: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie e così via. Essa è anche “una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male” (GE 159), e non è quindi solo “un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea” (GE 161). Per Papa Francesco una vita santa sa cogliere l’azione dello Spirito Santo e i suoi movimenti, e li segue. “Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento” (GE 167). Il Papa insiste sul fatto che questo si gioca nelle piccole cose di ogni giorno, “persino in ciò che sembra irrilevante, perché la magnanimità si rivela nelle cose semplici e quotidiane»”. Francesco chiude “Gaudete et exsultate” rivolgendo il suo pensiero a Maria.
Maria è “la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna” da madre qual è: “A volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica” (GE 176). Ogni figura di santità esprime tratti personali, diverse sensibilità pastorali ed ecclesiali, vari cammini spirituali, accomunate nel pellegrinaggio dell’unico popolo di Dio verso una stessa patria, nel riconoscimento di un solo Padre, nella appartenenza all’unico corpo di Cristo e nella docilità all’unico Spirito. L’ideale della santità è possibile anche per noi perché degli uomini e delle donne come noi di tutte le nazioni, di tutte le età di tutte le condizioni sociali l’hanno potuto realizzare. In un documento del secondo secolo la “Didachè” noi cristiani siamo invitati a contemplare il volto dei santi e a nutrirci dei loro insegnamenti. Non basta venerare i santi siamo chiamati ad imitarli. Il Concilio Vaticano II ha parlato della “vocazione universale della santità”.