Thomas Mann scriveva: “Nessun uomo è un’isola”, ma nella società d’oggi ci troviamo di fronte a tanti arcipelaghi dove si pensa solo a se stessi. Si ignorano gli altri, si manca di rispetto e per questo si limitano gli spazi e la libertà altrui. Un degrado che è anche morale e ancor più grave in una società, come quella italiana, che si considera “cristiana”. La solidarietà è confinata alle “buone azioni” natalizie. Nei condomini vige la legge del taglione: a dispetto si risponde con dispetto. Non si dialoga, si litiga. Nei posti di lavoro si vive con il sospetto e l’arrivismo che sfocia spesso nella cattiveria gratuita anche a danno dei risultati dell’azienda.
L’Io è sempre più protagonista di un egoismo becero che pensa solo alla pancia, al proprio interesse spicciolo ed effimero. Una società che non rispetti le basi fondamentali della convivenza civile è destinata a bruciarsi. E’ un ritorno alle caverne, all’homo hominis lupo. Ci si straccia le vesti quando, in difficoltà, non si riceve aiuto e si bestemmia contro lo Stato, contro la società, contro i vicini.
Ma siamo noi lo Stato, la società e i vicini di qualcun altro. Il nostro comportamento quotidiano, quello dei piccoli gesti, in mezzo al traffico, sulle scale del proprio palazzo, nel posto di lavoro, è fondamentale per creare una società giusta. Quella dei diritti e dei doveri che permette la crescita e lo sviluppo corretto. Lo schiaffo del disabile romano è un monito ma anche un segnale di quanto l’intolleranza non alligni solo in terre lontane tra i tagliatori delle teste ma, anche se senza spargimenti di sangue, abita tra di noi. Il menefreghismo è una violenza che lascia comunque ferite.