Il risparmio è sempre stato un elemento molto importante per le famiglie italiane che, oltretutto, sono considerate tra le più risparmiose al livello internazionale. Oggi, però, vista la grave crisi che sta attraversando il paese, le famiglie, hanno distratto da questi risparmi circa 40–50 miliardi di euro per mantenere i consumi e far fronte alle crescenti spese. Gli italiani quindi, si possono definire risparmiosi ma, in questo frangente, è complicato fare ciò che si faceva in passato su quel versante. Gli ultimi dati però, sottolineano anche che ci sono oltre due milioni di famiglie in condizioni di povertà e, ovviamente, non hanno la possibilità di risparmiare nulla.
Il risparmio però, nella sua funzione sociale, dovrebbe essere messo in campo per fare investimenti, innovazione tecnologica per dare maggiore produttività al paese e, di conseguenza, più opportunità lavorative ai giovani. Bisognerebbe poi agire sul fronte del contrasto alla povertà, intervenendo sugli aumenti e sull’inflazione, che determinano una caduta molto forte del potere d’acquisto e della qualità della vita in generale. I dati Istat ci dicono che ci sono circa cinque milioni e 600 mila cittadini, di cui un milione e 200 mila giovani in condizione di povertà. Aiutarli significa ridurre i costi delle bollette, dell’energia e del tasso di inflazione. Questo lo si fa attuando politiche economiche molto attente agli investimenti e a innovativi sentieri di sviluppo economico miranti all’ecologia e alla salvaguardia del pianeta. Questa è la funzione sociale del risparmio.