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Riparte il campionato, il pallone torna a rotolare

A pensarci bene, la verità aveva torto. La verità di chi sosteneva, e voleva, che il calcio rimanesse al palo. Gravina e la Figc hanno dimostrato di essere incassatori eccezionali, per dirla in gergo pugilistico. Messi all’angolo da un ministro, Spadafora, che pensava al mondo dorato del calcio ma non alla produttività che il mondo del pallone regala al Paese. Quel miliardo e mezzo versato nella casse dello stato, oltre ai 250 milioni alle altre federazioni Coni. Il calcio poteva anche attendere. E invece no.

Di sicuro, l’input di Giuseppe Conte, premier, ma anche uomo di mondo e di sostanza, ha riscritto una storia che sembrava destinata a marcire. Spadafora, che aveva messo il calcio all’angolo, alla fine c’è finito lui, incalzato da un primo ministro che ha rapportato il calcio al pari di qualunque altro bene economico dell’Italia. Fabbriche che riaprono con protocolli meno invasivi, mentre al calcio si chiedeva l’impossibile. Gravina ha accettato la sfida, non ha abbassato la testa e messo Conte, quello di Palazzo Chigi, non quello di Appiano Gentile, nella condizione di riaprire tutto. E Spadafora, si è ritrovato a dover riaprire tutto il carrozzone del calcio.

Via i ritiri blindati, via la quarantena collettiva in caso di contagi, ma isolamento per il solo calciatore infettato dal coronavirus. Un’altra storia che nel volgere di poche ore, ha permesso la definizione di un altro protocollo, quello in stile tedesco, che più volte, da queste stesse colonne, avevamo invocato. E così il consiglio della Figc ha deliberato la volontà di riprendere e portare a termine tutti i campionati, dalla A alla C, evitando di dover ricorrere a piani B mai pensati, come i playoff, che resteranno solo una soluzione di emergenza qualora venissero a mancare i requisiti (leggi tempi tecnici) per chiudere regolarmente la stagione che il calcio italiano vuole portare a termine entro la fine di luglio per permettere alla Uefa di portare a termine le sue competizioni (Champions ed Europa League) entro la fine di agosto.

Mancano solo le date della riapertura ufficiale. Gravina ha sospeso l’attività fino al 14 giugno per dare seguito al decreto governativo, e di conseguenza la prima data utile dovrebbe essere quella del week end del 20/21 giugno. Ma c’è da aspettarsi una deroga per aprire la settimana prima, il 13. Chiaramente, in questi giorni di riapertura, sarà tenuta sotto controllo la curva dei contagi. Se dovesse mantenersi su questi livelli, allora si tornerà a giocare il 13. Spadafora ha detto chiaramente, e finalmente, che una data per stabilire la ripartenza c’è, ed è quella del 28 maggio, quando il ministro dello Sport, incontrerà Figc, Lega serie A e le varie componenti, per decidere la data. Dopo l’ok del Cts, manca l’ultimo dettaglio. Ottimismo, tanto, ripensando ai giorni in cui il calcio sembrava sull’orlo di chiudere. “L’importante – ha detto Spadafora ‘folgorato’ sulla via di Damasco – è iniziare il campionato per concluderlo. Chiudere tutto come in Francia sarebbe stata la scelta d’impulso. Io ho reagito con durezza, perché decidere subito una data di ripresa del campionato, con le terapie intensive piene, era vergognoso. Ora che il paese sta ripartendo è giusto che anche il calcio e tutto il mondo dello sport ripartano”. E se lo dice lui, allora il pallone può finalmente tornare a rotolare.

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