In Italia si producono ogni anno in media oltre tre milioni di tonnellate di pasta. Questo settore, impegna 7.500 addetti, con 200mila aziende agricole fornitrici di grano duro, 350 molini per la prima trasformazione e circa 120 aziende di trasformazione finale. Su questo versante, secondo gli ultimi dati pubblicati, da 24 mesi a questa parte, il prezzo di un chilo di pasta è aumentato in media di oltre il 35%.
L’attuale incremento del prezzo della pasta in una logica correlata all’andamento dei costi non ha motivazione di esserci ed è una questione sulla quale sta facendo benissimo il Ministero a cercare chiarezza. Poniamo il tema, ad esempio, sulla pressione operata dalla grande distribuzione o alle piattaforme logistiche. Ci sono elementi che fanno pensare ad azioni speculative in merito alle quali è necessario porre un freno e fare chiarezza. In merito, noi di Acli Terra, siamo pronti a fornire tutto il supporto necessario.
Infine, è bene ricordare che, l’Italia copre un quarto del mercato mondiale della pasta, questo fa sì che possiamo definire il nostro ruolo strategico, la cui importanza deve essere mantenuta attraverso la tutela e la valorizzazione della figura dell’agricoltore quale custode dell’ambiente. Purtroppo, però, è necessario sottolineare che, non solo il mercato della pasta ha queste atipiche oscillazioni, ci sembra un fenomeno artificioso che colpisce anche ortofrutta a cui è necessario rimediare al fine di tutelare il nostro comparto agroalimentare e i consumatori.