I Trasporti sono il settore più penalizzato dall’aumento dei costi del petrolio e necessitano di interventi ampi perché saranno uno dei settori più importanti per rilanciare economia e lavoro. I Trasporti sono in fibrillazione causa il forte aumento del costo del gasolio non pagato dalla committente. Prima la Sicilia e la Puglia, poi la settimana scorsa la Sardegna, sono state bloccate dalla protesta dei trasportatori che debbono lavorare in perdita e per di più sono mal pagati.
I Trasporti insieme all’energia sono i due servizi più importanti per la crescita dell’economia e del benessere della società. La prima lezione di trasporti l’ho ricevuta da mio padre, sesta elementare, che al volante, in coda dietro i camion che trasportavano le barbabietole sulla via Emilia, mi disse: “Mino se girano i trasporti, gira l’economia”. Nel 1975 al contrario durante la discussione sulla legge Bucalossi passò un emendamento della sinistra che bloccò per legge la costruzione delle autostrade.
I trasporti risentono dei costi dei combustibili e nelle fasi di forte aumento del costo del petrolio i primi a patirne le conseguenze sono i trasportatori, in particolare coloro che vivono del loro camion o Tir. Se durante l’autunno caldo del ’69 la categoria più importante fu quella metalmeccanici dagli anni 7’0 la palla passo ai trasportatori. Dal blocco dei trasporti in Cile arrivò Pinochet.
Nell’autunno del 2007 l’aumento del costo del petrolio non gestito adeguatamente dal Governo portò al blocco dei TIR di tre giorni che causò la perdita di 4 miliardi di produzione. L’unico Governo che riuscì ad evitare problemi malgrado la crisi pesantissima del 2008-2009 fu il Governo Berlusconi. Si deve a quel Governo il Marebonus, il Ferrobonus, gli incentivi ai trasportatori a usare la nave o il treno invece della strada. Due provvedimenti molto Green presi quando Greta andava ancora all’asilo. Importanti furono il Fondo di Garanzia all’autotrasporto e la Legge 127 del 2010 con la norma che riconosce al trasportatore i tempi di attesa al carico e allo scarico, la norma sul trasporto dei pallet etc.
I Governi Monti e Draghi, con sottosegretari e viceministri non del settore, purtroppo non sono riusciti ad evitare che si bloccassero alcune regioni, dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Puglia al porto di Ravenna, a Gennaio del 2012 e ora a Marzo del 2022.
L’errore della Vice Ministra Bellanova, che all’agricoltura aveva fatto benissimo, è stato quello di non anticipare la protesta convocando la categoria una decina di giorni prima. Aver ristretto il numero delle Associazioni convocate non ha aiutato perché le 13 Associazioni del settore rappresentano le diverse tipologie di trasporto e necessitanti di provvedimenti articolati e specifici. Cosicché, oggi, dopo tre incontri e due decreti c’è ancora molta insoddisfazione non solo nei padroncini ma anche nelle grandi aziende di trasporto dei container che sono quelle che trasportano l’import e export del nostro Paese, un settore che negli ultimi dieci anni ha tenuto il nostro PIL in sede positiva.
Ho già sostenuto altre volte che un buon uomo di governo oltre alla conoscenza dei problemi e la competenza per risolverli deve anche avere una sensibilità che gli consenta di capire la necessità di provvedimenti articolati che rispondano alle esigenze dei vari settori del trasporto e una umanità che lo metta in sintonia con una categoria che viene da 30-40 anni di relativa emarginazione.
Ma la riforma dei trasporti insieme a quella della energia sarà indispensabile affinché gli investimenti del PNRR producano tutti gli effetti che ci aspettiamo sulla crescita della economia, del lavoro e del benessere.