A dare la traccia per svolgere il tema, in modo sensato e compiuto, sul delicato tema delle riaperture e l’allungamento del coprifuoco, è il presidente della Conferenza delle Regioni, e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Sostenendo di essere ottimista, ricorda come la data chiave sia lunedì. “Valuteremo le proposte che arriveranno dalla cabina di regia del governo, come Conferenza delle Regioni abbiamo espresso un parere sul decreto che oggi è in vigore, non era scontato che si decidesse di rivedere il coprifuoco, quindi un passo in avanti è stato fatto”, spiega Fedriga.
La posizione delle Regioni non è affatto secondaria. Mai come ora i governatori stanno recitando una parte chiave nell’interesse della collettività, dovendo tenere insieme le ragioni della politica e quella scienza, aiutando la coscienza di chi deve scegliere. “Cambiare il coprifuoco il primo giugno? Penso si possa anticipare”, sostiene l’esponente della Lega, “se passiamo dalle 22 alle 23 lo vedo come passo avanti, e non escludo si possa arrivare alle 24 entro maggio. La Conferenza delle Regioni ha fatto un documento molto preciso sulle riaperture, stiamo cercando di tenere un equilibrio tra salute ed economia, trovare la connessione tra istituzioni e cittadini serve a dare delle risposte per combattere la pandemia, si vince se c’è una condivisione”.
Buonsenso dunque. Lo stesso principio che sembrare guidare, soprattutto in questa fase, il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Rispondendo al question time alla Camera, il premier, parlando delle riaperture, ha ribadito che “serve gradualità”, puntando a “riaprire al più presto l’Italia al turismo, nostro e straniero”. Quanto ai matrimoni, un capitolo che sta diventando rovente, la questione del settore delle cerimonie “sarà all’attenzione della prossima cabina di regia a Palazzo Chigi, prevista per lunedì. Quella sarà l’occasione per dare maggiori certezze a tutto il comparto “che ha subito danni economici significativi”. “Dobbiamo, però, essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute. I matrimoni sono un’occasione di socialità”, sostiene Draghi, “che può favorire la diffusione del contagio.
Come in altri casi, il governo intende adottare un approccio graduale e allentare le restrizioni a seconda dell’andamento epidemiologico e della campagna vaccinale”, ripete il premier. La Lega, da parte sua, insiste nel sollevare il tema migranti, abbassando di qualche decibel la polemica sull’orario dei rientro a casa. A tenere alta la tensione ci pensano gli operatori del settore dei matrimoni. Draghi, replicando al Carroccio, premette subito che “a fronte di questa complessa e drammatica realtà, la politica sull’immigrazione del governo vuole essere equilibrata, efficace ed umana. Nessuno deve essere lasciato solo nelle acque territoriali italiane. Riteniamo il rispetto dei diritti umani una componente fondamentale di qualsiasi politica sull’immigrazione”.
L’esecutivo, da questo punto di vista, s’impegna “a promuovere le opportune iniziative bilaterali” con i Paesi vicini “e a esercitare una pressione intraeuropea affinché si torni ad una redistribuzione credibile ed efficace dei migranti approdati in Italia”. I migranti che non hanno diritto di restare comunque, dice Draghi, saranno rimpatriati. “La priorità nel breve periodo è il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi”. Insomma, il capo del governo vuole muoversi secondo una logica complessiva, senza frammentazioni o particolarismi, consapevole della delicatezza del momento. C’è da sperare che la ragione sia davvero dalla sua parte..