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Quei valori comuni irrinunciabili

Quando l’azione politica viene a confrontarsi con i principi morali che non ammettono deroghe, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinnanzi a queste esigenze etiche fondamentali ed irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona.

E’ ridando il gusto del dibattito ed offrendo luoghi e strumenti per capire  e approfondire le scelte da attuare nell’interesse della comunità, che noi potremo promuovere la partecipazione vera del cittadino e ridestare l’attenzione e l’interesse per la Politica. Per far questo dovremo essere animati da alcune solide virtù civiche quali l’onestà, l’equilibrio, la libertà intellettuale, l’imparzialità, la correttezza, la giustizia, il disinteresse personale.

E’ assolutamente necessario pertanto coltivare una grande sensibilità per il bene comune inteso come quell’insieme di condizioni culturali, sociali e politiche, rese possibili attraverso un grande impegno civile e morale, considerando le città, e i diritti di cittadinanza, impegnandosi a costruire una comunità di persone capaci di vivere in uno scambio di relazioni personali solidali e profonde cercando di rendere meno diseguale la Comunità: pensando innanzitutto ai più deboli, ai più poveri, alla politica sociale e a quella dell’integrazione, ma anche alla famiglia, alla vita, all’educazione e alla scuola, alle politiche del riassetto urbanistico, alla sanità, alla vivibilità delle città, al recupero e alla qualità dell’ambiente.

La verità in politica deve essere sinonimo di lealtà nelle parole e nei comportamenti – sempre – la verità infatti domanda che ci sia piena coerenza tra le promesse elettorali e i progetti attuati o messi in cantiere. In Politica, un “sì” dovrebbe accompagnarsi anche almeno a qualche “no”: se invece c’è solo una lunga serie di “sì”, ci troviamo inevitabilmente di fronte a promesse che finiscono per essere illusorie. Sono promesse che producono aspettative, ma se queste poi non potranno essere soddisfatte, faranno solo nascere delusione e sfiducia nella Politica e nelle Istituzioni. Per questo ci è chiesto di tornare alla Politica, nel senso più alto e nobile del termine. Amministrare è per ciò stesso fare politica, perché signficia impegnarsi riservando una prioritaria e specifica attenzione a chi è più debole: il disabile, il bambino, il malato, l’anziano.

E per fare tutto questo diventa sempre più necessario agire insieme giungendo alla condivisione di alcuni valori quali l’onestà, la giustizia, l’amore alla verità, la competenza. In un contesto pluralista e spesso così conflittuale come il nostro, è necessario ritrovarsi tra tutti per ricercare insieme quella sorta di terreno comune, ossia  quei punti di convergenza e di concordanza che sono indispensabili per costruire in modo giusto e solidale il vivere sociale e per individuare i diritti fondamentali della persona che ogni azione politica deve riconoscere, difendere e promuovere. Di fronte a contrapposizioni false e falsificanti e spesso ad equivoci volutamente coltivati nel dibattito sulle diverse posizioni culturali e politiche – come di solito avviene contrapponendo la linea laica  a quella cattolica -, si deve rilevare con grande onestà intellettuale che la possibilità di individuare questo terreno comune dipende dalla condivisione di valori che non sono affatto confessionali ma razionali.

Il riconoscimento di questi valori comuni irrinunciabili e quindi non negoziabili sono pertanto condizione necessaria e fondamentale di una autentica democrazia, la morale infatti non è mai contro l’uomo ma sempre e solo per l’uomo e per il suo vero bene. Occorre pertanto discutere insieme, progettare insieme, realizzare insieme e se dovesse capitare anche sbagliare insieme assumendosene insieme la responsabilità. E’ questo uno degli aspetti più impegnativi e faticosi della vicenda politica, lo è sempre stato, ma forse oggi lo è più di ieri perché il sistema politico in vigore, esige come sua dinamica interna, una più marcata contrapposizione tra maggioranza e minoranza. Occorre pertanto ripensare in termini civili ad una antica onestà intellettuale, intesa come capacità di riconoscere ciò che è giusto e vero ovunque esso si manifesti, senza preclusioni di sorta. E’ necessario allora confrontarsi, lavorare, pensare, progettare e operare con gli altri senza scappatoie e senza alibi per non affrontare la fatica della ricerca comune di soluzioni.

Stefano Ojetti – Vicepresidente nazionale Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani)

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