Da noi, sulla scia del vademecum – poi ritirato – della Commissione europea, ĆØ raccomandabile augurare ābuone festeā, senza ulteriori specificazioni, poichĆ© ĆØ inveceĀ sconsigliato il mero riferimento al Natale o alla distinzione fra sessi. Ma in giro per il mondo, si stimano in circa 416 milioni i Cristiani che trascorreranno il Natale sotto minaccia o sotto pratica di persecuzione. Secondo lāultima edizione del Rapporto sulla libertĆ religiosa nel mondo della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre-ACS, questo fondamentale diritto non ĆØ rispettato in 62 dei 196 Stati sovrani: in 26 di essi la persecuzione nei confronti dei nostri fratelli nella fede puĆ² qualificarsi feroce.
Rispetto agli scorsi anni si registra una piĆ¹ accentuata radicalizzazione del Continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e orientale, nelle quali la presenza di gruppi jihadisti ĆØ notevolmente aumentata. Lāepicentro del fondamentalismo islamista ĆØ in Paesi che fino a quattro anni fa conoscevano una serena e pacifica convivenza tra le diverse comunitĆ di fede, in primis Burkina Faso e Mozambico. Attacchi alla libertĆ religiosa si sono verificati nel 42% delle nazioni africane, ma la radicalizzazione non si limita allāAfrica: il Rapporto di ACS descrive un network islamista transnazionale che raggiunge le Comore nellāOceano Indiano o le Filippine nel Mar Cinese Meridionale,Ā il cui scopo ĆØ formare un sedicente califfato transcontinentale.
Sono tanti i cristiani per i quali il Natale 2021 non sarĆ un evento lieto. La situazione ĆØ particolarmente preoccupante in Nigeria, dove si sono verificati due omicidi e sette rapimenti fra sacerdoti, religiosi e missionari laici. In Messico questāanno almeno tre sacerdoti e un catechista sono stati uccisi in incidenti separati. Rapimenti e uccisioni sono accaduti in un numero crescente di Nazioni, tra cui Venezuela, PerĆ¹, Haiti, Filippine, Angola, Burkina Faso, Sud Sudan, Uganda, Camerun e Mali.
Una piĆ¹ accentuata sofferenza riguarda donne e bambine cristiane vittime di rapimenti, conversioni forzate e violenze sessuali, di cui nessuno in Occidente parla, nonostante almeno su questo versante la sensibilitĆ dovrebbe essere elevata. Questi crimini odiosi si verificano soprattutto in Egitto, Iraq, Mozambico, Nigeria, Pakistan e Siria, tra tutte le appartenenti alle minoranze religiose, pur se sono proprio le ragazze e le giovani donne cristiane a essere piĆ¹ esposte. Il fenomeno ĆØ difficile da indagare a causa della pressione sociale, della paura di gettare unāonta sulla propria famiglia, della minaccia di ritorsioni da parte di rapitori e complici, della resistenza da parte di tribunali e forze di polizia a seguire i casi. Lāincidenza delle persecuzioni sessuali e religiose ai danni delle donne ĆØ maggiore nelle aree di guerra, e ciĆ² si ĆØ reso evidente durante la presa di potere da parte dellāISIS in alcune regioni della Siria e dell’Iraq. Molto spesso il movente ĆØ limitare la crescita, e a volte la sopravvivenza stessa, del gruppo religioso delle vittime.
Un Natale vissuto con fede significa anche preghiera e, se possibile, sostegno per queste comunitĆ di nostri fratelli nella fede.
Alfredo Mantovano, presidente sezione italiana Aiuto alla Chiesa che soffre