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Qual è la visione della politica estera del governo

Foto di Frederic Sierakowski (Imagoeconomica)

Il Consiglio europeo di domani, giovedì 19 dicembre, al quale parteciperà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, potrebbe non essere il solito appuntamento formale per l’Italia. Perché mai come in questo momento uno dei temi sul tavolo, anche se non all’ordine del giorno dei lavori europei, riguarda il presunto isolamento internazionale dell’Italia, sostenuto da una certa narrazione del centrosinistra di casa nostra. Ma proprio perché si tratta di una critica strumentale, di un ragionamento poggiato sulla sabbia, la premier, nel suo intervento alla Camera, ha concluso la relazione con una citazione inaspettata, ma in linea con il momento storico.

Fra i vari ragionamenti fatti è spuntato il nome di Aldo Moro, leader della Dc, padre del compromesso storico, ucciso dalle Brigate Rosse. La leader di Fratelli d’Italia cita lo statista democristiano quando ricorda i 50 anni dal primo Consiglio europeo della storia. “Se tornassimo indietro a quel 1974, troveremmo un’idea d’Europa molto diversa da quella che, spesso, abbiamo visto realizzare. Disse Aldo Moro, che partecipava in rappresentanza dell’Italia in quel consesso, che l’Europa è il luogo in cui le Nazioni diventano più grandi, senza perdere la loro anima. È una casa comune per le differenze”.

Una citazione, quella della Meloni, si sorprendente attualità, con la quale viene messa da parte ogni ragionevole incertezza sul ruolo internazionale del nostro Paese. La premier, dicendosi d’accordo con lo statista ucciso nel ’78 dalle Brigate Rosse, pone l’accento su quella che è la visione della politica estera del governo in carica. “E’ una lettura che condivido molto più di letture che ho sentito dare decisamente più di recente, e allora, forse, per andare avanti dobbiamo, soprattutto, tornare all’origine del progetto“. Dunque c’è la necessità di lavorare in questa direzione. “Abbiamo bisogno di focalizzare la nostra attenzione sulla missione dell’Europa”, sottolinea la premier, dimostrando come la politica estera e l’impegno con il Vecchio Continente siano argomenti strategici.

“Dire che nessuno si è accorto della presidenza italiana del G7“, come fa il Pd, “è un insulto a tutte le persone che hanno lavorato mentre voi stavate lì a fare le macumbe affinché fallisse, perché così sempre fate quando non siete al potere”, sostiene la Meloni, parlando alla Camera, rispondendo al deputato del Pd, Giuseppe Provenzano. “Prima o poi dovrete fare un corso di riti vudù perché le macumbe non stanno funzionando”, aggiunge. “Di fronte a sfide sempre nuove, sempre più complesse, e stante il concreto rischio di marginalizzazione se non addirittura di irrilevanza che l’Unione Europea fronteggia in diversi ambiti, settori e quadranti geopolitici, abbiamo bisogno di focalizzare la nostra attenzione su quale debba essere invece la missione dell’Europa, partendo dalle ragioni profonde che ci tengono insieme“.

Al Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre, che raccoglierà i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi dell’Ue a Bruxelles, non si parlerà solo del ruolo dell’Italia, ovviamente. Molti i temi toccati dalla premier nel suo intervento alla Camera: dal nuovo mandato europeo, che vedrà come commissario italiano l’ex ministro al Pnrr Raffaele Fitto, ai conflitti internazionali in Russia, Siria, a Gaza. La presidente del Consiglio ne ha approfittato per muovere qualche critica ai giudici, in particolare a quelli che si sono occupati dei centri migranti costruiti in Albania e più in generale delle procedure per i rimpatri varate dal governo. “Mi ha colpito la vicenda della piccola Yasmine, ma credo che il salvataggio si renda necessario perché ci sono trafficanti senza scrupoli che prendono migliaia di euro per mettere delle persone disperate in mezzo al mare e lasciarle alla deriva. Se non fermiamo questo, non fermeremo mai queste tragedie. È la priorità di tutti, e il riferimento alla mafia che facevo domenica (ad Atreju, ndr), è fermare questi trafficanti. È la ragione per cui sono convinta che il protocollo con l’Albania debba andare avanti”, sottolinea la premier, rispondendo a Matteo Orfini del Pd.

Macario Tinti: