Siamo testardamente convinti che il pluralismo delle idee e l’indipendenza di pensiero e azione del sindacato di polizia dalla politica, al pari della terzietà delle funzioni attribuite ai poliziotti, sia un valore irrinunciabile che va salvaguardato, riteniamo che le nostre funzioni e il nostro servizio non possano essere oggetto di scontro e lotta politica, perché i Poliziotti servono lo Stato di cui tutti facciamo parte.
Questa è la cultura su cui poggiano le nostre idee, la ragione per cui ci poniamo come argine al tentativo di frenare il processo di maturazione e consapevolezza delle delicate funzioni attribuite ai poliziotti. La nostra missione sarà interpretata con autentico spirito di servizio, se il bagaglio culturale, professionale e di trasparenza dei corpi di polizia, introdotto con la legge di riforma del 1981, diventa patrimonio di ogni operatore di polizia. Ma agli stessi va riconosciuta la giusta dignità professionale, al pari dei corpi di polizia dei Paesi più avanzati dell’Unione.
Si tratta di un profilo che non bisogna superare, ma che, se mai, nella stagione delle riforme va rafforzato. Questo chiediamo alla politica con la P maiuscola, quella nobile e alta, quella che ha il senso dello Stato e il rispetto dei grandi valori umani e civili. Così come per le Autorità provinciali e locali di Ps, il cui ruolo necessita di adeguata valorizzazione e rinnovata centralità funzionale. Credo sia noto a tutti gli attori istituzionali il continuo tentativo di erosione e sovrapposizione silente delle nostre funzioni, da parte di altre figure istituzionali.
Le nostre funzioni e il nostro ruolo non possono essere appiattiti o sviliti, perché i processi di “egoismo egocentrico” finalizzati all’acquisizione di maggiore “potere sul piano istituzionale”, creano disfunzioni e inefficienze che, a seconda degli ambiti in cui sono prodotte, favoriscono le degenerazioni e la corruzione. Questo è un modo di fare e gestire le articolazioni strategiche dello Stato che dobbiamo lasciarci alle spalle, al pari della sub cultura dell’autoritarismo, delle ronde, dei sindaci sceriffo e del neocorporativismo, metodi e modelli che la Repubblica deve consegnare alla storia.