È Giorgia Meloni “la persona più potente d’Europa” secondo la classifica per il 2025 di Politico. “Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero che chiami appartiene a Giorgia Meloni”, ha scritto il quotidiano statunitense, sottolineando come “in meno di un decennio, la leader del partito di destra Fratelli d’Italia è passata dall’essere liquidata come una pazza ultranazionalista all’essere eletta primo ministro d’Italia e ad affermarsi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari”.
Rileggendo, e per questa ragione abbiamo volutamente riproposto il passaggio chiave, quanto affermato dal quotidiano americano si capisce molto, non certo tutto, di quale sia la politica estera del governo in carica, tesa a rafforzare la posizione strategica del nostro Paese, e non solo sullo scacchiere europeo. Mai come in queste fase, e forse questo è il punto vero, Francia e Germania si trovano a navigare nella parte bassa della loro curva della storia, zavorrati da forti tensioni interne in virtù delle quali alzare la testa oltre la siepe è un esercizio assai difficile. Da qui l’occasione storica dell’Italia, strettamente connessa all’agenda della premier dei prossimi giorni. Giorgia Meloni, fra oggi e domani, vedrà, in rapida successione, il presidente della Palestina, Abu Mazen, e subito dopo il presidente della Repubblica argentina, Javier Milei. Sabato, invece, è la volta del primo Ministro libanese, Najib Mikati.
Com’è facile intuire l’agenda tocca i punti caldi delle crisi aperte nel mondo, per le quali è necessario trovare una via negoziale, in modo da far tacere le armi, laddove stanno suonando una orribile sinfonia di morte. E va in questo senso anche l’attestato di stima, e non solo personale, del neo eletto presidente americano. “E’ fantastica, è una leader e una persona fantastica”, afferma Donald Trump, conferma la sua stima per la Meloni, rispondendo a una domanda della corrispondente da New York di Class Cnbc in occasione del suono della campanella sul floor del New York Stock Exchange, che chiedeva al presidente eletto degli Stati Uniti se avesse un messaggio per la premier. E un messaggio per l’Italia? “Io amo l’Italia”. Poi, rispondendo alla domanda se lavorerà con la Meloni, Trump ha replicato “Sì”.
Serve altro? Certo che sì. Serve far seguire alle parole, agli attestati di stima, atti concreti, fatti certi, che passano attraverso l’azione della Farnesina, perché senza il lavoro vero delle diplomazie, a partire da quelle sotterranee, i risultati non si raggiungono. E qui entra in ballo anche l’Europa che non può, anzi non deve, stare alla finestra, aspettando che qualcuno risolva i problemi per tutti. Così facendo il Vecchio Continente rischia davvero di restare ai margini, perdendo il suo peso storico. Dunque fa bene la Meloni a cavalcare l’onda, seguendo quello che la storia le sta offrendo, al netto di attestati vari, destinati a durare un giro di giostra.