Non ci piace chiedere, soprattutto agli altri; rivolgendo una richiesta ad altri diventiamo in qualche modo dipendenti da loro. Chiedendo si deve considerare anche di essere rifiutati, quindi spesso si preferisce fare da sé.
Ma Dio desidera che gli rivolgiamo le nostre richieste e per questo ci ha insegnato a pregare. Ma noi lo facciamo? e per quale motivo? Viviamo in tempi in cui si prega come se Dio non esistesse quindi, chi prega ancora? Abbiamo forse l’illusione che la medicina, la tecnica siano tanto avanzate da non aver più bisogno di chiedere Dio e diventare così sempre più autosufficienti? La pandemia sembra aver mostrato questo: che sia stata più grande la forza del vaccino e delle cure mediche che quella della preghiera.
Inoltre, se anche preghiamo – veniamo esauditi? Quante persone smettono di credere in Dio non avendo ricevuto quello che chiedevano! Un poeta ha detto che non esistono le preghiere inesaudite. Ma l’esperienza della nostra poca fede dice qualcos’altro.
Perciò vale la pena porre attenzione al caso di Bartiméo. La sua situazione è disperata e si aggrappa ad ogni momento di speranza. Ha sentito di Gesù, forse ha saputo qualcosa dei suoi miracoli, ma che cosa? Non importa. Prova. Forse è la sua unica occasione.
Non avendo altri mezzi, nella sua determinazione si mette a gridare. Chiama Gesù – non pensando alla folla, alle sue reazioni. Sembra essere un egoista, ma la sua richiesta è tanto grande, esistenziale.
Non può smettere di gridare, anche se questo dà fastidio agli altri e lo rimproverano. In questa situazione c’è qualcosa di commovente. Lui è disperato ma anche impotente ed indifeso. Le sue possibilità di successo sembrano scarse. Rimane da solo. Nessuno lo aiuta, anzi lo ostacolano. Può essere salvato solo da un miracolo.
E il miracolo accade. Gesù si ferma. Com’è nel suo stile inizia un dialogo. E che domanda pone? Non conosceva già che cosa gli avrebbe chiesto il cieco? Lui, proprio Lui, il Dio incarnato? O forse piuttosto voleva verificare la richiesta di Bartimeo ed elevarla? E, davvero, è successo così. Lui confessa la fede. La sua richiesta non solo viene esaudita, ma d’ora in poi ci serve come rafforzamento della nostra fede.
Ecco la strategia di preghiera da riscoprire: perseveranza e determinazione, nonostante gli ostacoli creati dalle persone che non ci capiscono e le condizioni avverse. Inoltre: l’attesa di un miracolo. Una vera sfida per coloro che vogliono essere autonomi e non abbassarsi davanti a nessuno! Tutto questo è la preparazione migliore per un dialogo giusto ed efficace con Gesù. Non dobbiamo avere paura dei nostri bisogni e dei nostri desideri. Paradossalmente possono diventare la strada per avvicinare la nostra preghiera e noi stessi a Gesù. Un buon esercizio per non dimenticare il nostro posto nel mondo – davanti a Dio e in mezzo ai nostri problemi.