Intervento

Il pericolo di fare previsioni. Come cambia il virus

Fare previsioni è pericoloso, lo dico senza preoccupazione e ironia. Ne abbiamo viste troppe, ma onestamente oggi sappiamo molte più cose su Sars-CoV-2 rispetto al passato. Abbiamo poi delle certezze, almeno per l’Italia: l’alto numero dei vaccinati e anche una decina di milioni di italiani guariti. Questo, insieme al fatto che fisiologicamente, l’abbiamo visto nel 2020 e nel 2021, con l’arrivo della stagione estiva ci sarà un calo della circolazione, possiamo dire che verosimilmente potremmo finire con lo stato di emergenza il 31 marzo.

Il quadro nei prossimi mesi è quello di un passaggio dalla pandemia all’endemia. Questo non vuole dire che tutti i problemi saranno risolti, ma che i casi saranno più sporadici. Avremo poi in autunno la possibilità di un vaccino quasi sicuramente aggiornato e di altre terapie. L’introduzione di quarantene differenziate in base allo stato vaccinale è logica e condivisibile, ma sul lungo periodo dobbiamo iniziare a pensare a un mondo senza bisogno di isolamento.

Il quadro epidemiologico consente di ragionare su una trasformazione del virus che lo renda qualcosa con cui poter convivere, come oggi si fa con l’influenza stagionale o il raffreddore. Ormai sappiamo che Omicron 2 è una sottovariante di Omicron. Un fenomeno che in virologia è sempre esistito. Credo sia presto per arrivare a delle conclusioni, ma non serve fare allarmismo. Occorre sequenziare, come stiamo facendo, e vigilare sull’evoluzione. Trovo sia stato giusto riprendere le lezioni. Teniamo conto che comunque i bambini e i ragazzi, con le scuole chiuse, continuerebbero a socializzare, magari praticando sport, vedendo gli amici, accompagnando i genitori nei negozi dei centri commerciali e in tante altre attività. Piuttosto bisogna accelerare con le vaccinazioni anche nella classe di età 5-11 anni.

Prof. Roberto Cauda

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