Accogliendo l’invito del Comune di Firenze e dell’Anci (Associazione dei Comuni d’Italia) sono state raccolte 55mila firme a sostegno della proposta di legge per introdurre l’Educazione alla Cittadinanza come materia autonoma nelle scuole di ogni ordine e grado. Anche il Comune di Catania ha contribuito a tale raccolta di firme. L’ha detto soddisfatto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, annunciando che la proposta di legge dei sindaci ha compiuto il suo cammino e nei primi giorni del 2019 verrà depositata per essere discussa e approvata entro l’anno, come ha dichiarato anche Il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini. “Dall’anno prossimo – ha detto il segretario della Lega – ci saranno 33 ore di educazione civica che si inseriscono nella normale programmazione scolastica. Educazione civica è espressione un po’ alla vecchia maniera, adesso è educazione all’ambiente, educazione allo sport, educazione alla conoscenza della Costituzione, dei trattati europei”.
Sono trascorsi 60 anni dal 13 giugno 1958, quando l'allora ministro dell’Istruzione Aldo Moro, accogliendo la proposta dell’Uciim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educator) che aveva organizzato sui temi dell’educazione alle virtù civili un convegno nazionale al Castello Ursino di Catania nel febbraio del 1957, decretò con il Dpr 136 n.585 l’introduzione dell’Educazione Civica nella scuola italiana. Conosciamo le disavventure della materia “cenerentola” che ha preso anche il nome di “Cittadinanza e Costituzione”, considerata trasversale e rimasta marginale o collegata alla sensibilità di alcuni docenti e confinata in specifici progetti di legalità, senza lasciare un “segno” di vero senso civico a vantaggio di tutti gli studenti. Anche se prenderà il nome di “Educazione alla Cittadinanza” attiva e responsabile, sarà sempre un’opportunità educativa al senso civico che la scuola offre in maniera sistematica e organica, facente parte del curricolo formativo di tutti gli studenti e non solo opportunità riservata ai pochi che aderiscono ai diversi progetti di legalità, come avviene oggi nelle diverse scuole. Lo studio sistematico della Costituzione contribuirà a formare il cittadino italiano, fedele ai valori proclamati e definiti nella Carta Costituzionale; la presenza di docenti esperti nel settore sarà una precisa garanzia. La bozza di legge prevede l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza con voto autonomo e ove non si optasse per l’introduzione di una nuova ora ai quadri orari, comporterà la rimodulazione degli orari delle discipline storico-filosofico-giuridiche. La trasversalità che la disciplina richiede e sollecita necessita innanzitutto una solida base di conoscenze e di efficace educazione al binomio: “Diritti e doveri”.
Ne ha parlato fra l’altro il presidente Mattarella nel saluto di fine anno, definendo i cardini della “comunità di vita” che caratterizza il valore di Nazione e di Patria: “Sentirsi ‘comunità’ significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa ‘pensarsi’ dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, com’è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore”. Queste parole del Presidente della Repubblica motivano e guidano le scelte del Governo e diventano regola di vita per tutti i cittadini d’Italia e ricordando che nel mese di maggio saremo chiamati a rinnovare il Parlamento europeo, l’Istituzione che rappresenta nell’Unione i popoli europei, a quarant’anni dalla sua prima elezione diretta, il Presidente ha detto che questo “è uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne”. Saranno pronti i giovani ad affrontare questa sfida? Sono preparati ad esercitare il diritto di voto con responsabilità e consapevolezza civica? Sono questi gli interrogativi che fanno registrare un vuoto didattico che va colmato mediante uno studio attento e diligente dei diritti e dei doveri dei cittadini. Nel corso degli anni l’insegnamento della Cittadinanza dovrà comprendere tra l’altro lo studio della Costituzione e di elementi di educazione civica, delle Istituzioni dello Stato italiano e dell’Unione europea, ma anche i diritti umani, l’educazione digitale, l’ambiente, elementi fondamentali di diritto e di educazione alla legalità. Nei giorni 29, 30 e 31 gennaio si celebrerà a Catania la seconda edizione della Biennale della Cittadinanza e quest’argomento farà da fulcro agli altri temi correlati, che descrivono come mettere in atto la “cittadinanza attiva”, coinvolgendo le 100 associazioni catanesi che operano nel sociale e contribuiscono alla costruzione del “bene comune”. La presenza dei Ragazzi Sindaci ed il progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi, lezione di Educazione civica applicata attraverso un “imparare facendo”, che ha compiuto 25 anni, sono il segno concreto di un cammino avviato che necessita sostegno e diffusione nella pratica didattica. Noi ci crediamo…. Gli altri non so.