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Perché in Nigeria avvengono continuamente rapimenti

Cosa sta succedendo in Nigeria?

Nei giorni scorsi un gruppo di persone armate ha sequestrato ben 279 studentesse di una scuola a Jangebe nello stato di Zamfara a Nord del Paese. Dopo pochi giorni gli ostaggi sono stati liberati, grazie a un intervento del Governo nigeriano e grazie all’attuazione di un importante accordo preso tra il governo di Zamfara e gruppi di banditi pentiti.

Episodi di questo genere sono oramai all’ordine del giorno in Nigeria, dove dopo il grave fatto del 2014 in cui furono rapite le 276 studentesse di Chibok nello Stato di Borno, con una grande eco mondiale negativa, il Governo ha preso l’impegno di migliorare il proprio sistema di sicurezza nazionale.

Questo tipo di rapimenti massivi sono ormai diventati un fenomeno molto diffuso in Nigeria. Non bisogna infatti pensare che gli autori di questi gravi fatti siano solo gruppi terroristici come Boko Haram; perlopiù chi porta a segno questi colpi non sono gruppi armati che pianificano tali azioni con strategie ben organizzate. A compiere i sequestri sono bande armate di banditi che – grazie al metodo del rapimento – riescono a ottenere riscatti consistenti per auto finanziarsi.

Dopo i fatti del 2014 che diedero vita alla campagna mediatica di sostegno alle ragazze rapite, “bring back our girls”, il Governo ha iniziato a investire somme ingenti e a pattuire con i rapitori amnistie per il rilascio degli ostaggi: azioni pericolosissime, perché hanno dato adito a questa criminalità da “sottobosco”, di far nascere una escalation senza precedenti su tutto il territorio del Paese. Secondo SB Morgen, una società di consulenza per la ricerca geopolitica con sede a Lagos, dal gennaio 2016 a Marzo 2020 il Governo nigeriano ha offerto ai molteplici rapitori 11 milioni di dollari per liberare le loro vittime.

Per rappresentare la situazione, va detto che oltre all’episodio delle 317 studentesse di questa settimana, nel solo mese di febbraio in Nigeria sono avvenuti molteplici sequestri: il 17 Febbraio a Kagara 47 persone di cui 27 studenti sono stati rapite e poi successivamente liberate. Il 27 febbraio 26 persone sono state sequestrate sempre a Kagara: 4 persone sono state uccise nell’operazione di rapimento. A Kajinjiri il 25 febbraio sono stati sequestrati con un autobus 12 pendolari e una sposa, poi successivamente rilasciati a Jankana, episodio rivendicato da Boko Haram. Sempre a Kajinjiri domenica 21 febbraio sono state uccise 7 persone da un gruppo di banditi.

Tutto questo rende evidente che in Nigeria c’è un grave problema di sicurezza interna. Compiere questo tipo di misfatti è facile, perché la protezione dei cittadini non è garantita. Nei giorni scorsi, il Presidente Buhari ha promesso, tramite la voce del Ministro dell’Aviazione Hadi Sirika, nuove misure del Governo Federale contro tutte le forme di criminalità; e già in un recentissimo intervento, in occasione del rapimento delle ragazze di Zamfara, Buhari aveva dichiarato che questo episodio degli studenti di Zamfara, sarà l’ultimo rapimento.

Basti dire che se un tempo venivano rapite persone in vista come politici, diplomatici, operatori di ONG straniere o viaggiatori occidentali, adesso i banditi puntano a persone comuni. La “moda” del momento è quella di colpire con rapimenti di massa su obiettivi facili, come le scuole. Questo crea un circolo vizioso ulteriormente destrutturante per il Paese: infatti le famiglie, soprattutto nel Nord, che sono a prevalenza musulmana, già sono restie a mandare i figli a scuola per apprendere una formazione di tipo occidentale, immaginate adesso dopo questi eventi. Ora grazie a questa escalation di rapimenti massivi, hanno una motivazione in più per evitare che i ragazzi frequentino le scuole. C’è tanta paura tra la popolazione. Da qui nasce un ulteriore grave problema: le ripercussioni sulle giovani generazioni per una mancata istruzione sarà una rilevante difficoltà da risolvere. Ragazzi senza istruzione che vivono in un Paese senza sicurezza.

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