Il costante invecchiamento della popolazione e, di conseguenza, il numero sempre maggiore di persone che si trovano a vivere le problematiche di salute insite nella Terza e nella Quarta Età, stanno mettendo il Servizio Sanitario Nazionale di fronte a una sfida inedita focalizzata a garantire il diritto alla cura ad ogni cittadino. Basti pensare che, solo dieci anni fa, le persone al mondo con più di sessant’anni di età, erano 766 milioni mentre, entro il 2030, si stima che le stesse saranno oltre un miliardo e 400 milioni. Questi numeri ci devono far riflettere: l’innalzamento dell’aspettativa di vita media, sicuramente, rappresenta un fatto positivo per tutta l’umanità ma, dall’altra parte, questo aspetto implica un incremento delle patologie croniche più diffuse tra la popolazione anziana che, ad oggi, la maggior parte dei sistemi sanitari dei paesi sviluppati, fa sempre più fatica a garantire.
Alla luce di ciò quindi occorre che, tutti coloro che rivestono incarichi direttivi in quest’ambito, si facciano carico di questi bisogni, cambiando il sistema per la presa in carico delle persone anziane con fragilità, favorendo ad esempio l’incremento dell’utilizzo delle nuove tecnologie nel settore della cura, come ad esempio la telemedicina e il monitoraggio a distanza. In altre parole, dopo la cura della fase acuta di una patologia, gli anziani, non devono semplicemente essere rimandati a casa ma, al contrario, monitorati costantemente attraverso il varo di un paradigma inedito della sanità territoriale e di prossimità la quale, sempre e comunque, deve mettere al centro la persona e il soddisfacimento dei bisogni di cura nella quotidianità.
Auspico quindi che, l’anno appena cominciato, possa portare delle novità positive nell’ambito del diritto alla cura dei cittadini più bisognosi, ricordando sempre che, lo stesso, e uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione da cui, nessuno di noi, può permettersi abdicare. Una sanità di qualità, alla portata di ogni cittadino, è il sinonimo di una democrazia progredita e di un welfare all’altezza delle sfide che il futuro ci pone. A riprova di ciò quindi, i membri più fragili delle nostre comunità, tra cui ci sono i nostri anziani, devono essere posti al centro di un sistema sanitario nuovo e più attento ai nuovi bisogni di salute. Tutto ciò però, per quanto riguarda l’Italia, deve trovare solide basi nei valori di solidarietà, equità e universalità sanciti dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978. Così facendo, la sanità, sarà sempre un bene fruibile a tutti, senza se e senza ma.