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Perché è importante dedicare una giornata internazionale agli studenti

Foto di Kenny Eliason su Unsplash

Più sto a scuola, più mi rendo conto che le strutture e le “carte” valgono poco, mentre ciò che deve interessare maggiormente sono le persone. Tra le tante dell’universo scolastico oggi celebriamo gli studenti nella “Giornata Internazionale” a loro dedicata. Certo, ci sono scuole che fisicamente non aiutano a svolgere al meglio la didattica per carenze varie, così come un po’ di burocrazia serve, ma chi educa sa bene che su ben altro si fonda la crescita umana e culturale.

In questo periodo, come ogni anno da molto tempo, riprendono – in media ogni venerdì o sabato fino a Natale – le proteste e gli scioperi. Chiedono il diritto allo studio, tuttavia non entrando a scuola in quei giorni, se ne privano da soli. Rivendicano libertà, eppure lasciano guidare i cortei da “infiltrati” universitari, dei centri sociali, dei partiti politici, dei sindacati. Se la prendono con le scuole paritarie senza sapere – perché nessuno glielo dice chiaramente per questioni ideologiche – che, documenti alla mano, lo Stato risparmia con esse e non sono tutte “diplomifici”. Vogliono il diritto allo sciopero che però non gli spetta, non essendo lavoratori, quando dovrebbero chiedere agli adulti molti altri diritti. Fanno battaglie in classe con i professori, tuttavia non entrando a scuola, spesso li favoriscono. Protestano per la mancanza dei riscaldamenti quando dovrebbero gridare per avere qualcuno che gli scaldi la mente e il cuore! Rientrano a scuola il giorno dopo e nella giustificazione non hanno il coraggio di scrivere (neanche le famiglie!) che sono stati assenti per la protesta.

A questo punto chi li orienta? Chi li guida? Ci vorrebbe chi – e c’è sicuramente da qualche parte – esca dalle proprie sovrastrutture fisiche e mentali, e vada a cercare questi ragazzi nelle “periferie esistenziali”, laddove si combatte la battaglia quotidiana della vita tra desiderio e domanda. Se parte della vita si gioca a scuola e la scuola è parte della vita in un certo periodo, è necessario starci dentro – giovani e adulti – poiché l’esistenza, ogni esistenza, si realizza sul posto in un determinato momento. Incontrarsi, seppur tra i banchi e in aula, deve essere per tutti un autentico regalo, mai un passatempo, mai una tappa, mai un lavoro e basta! Allora sì che le strutture diverranno secondarie, che le proteste non si costruiranno ad hoc, né faranno comodo per guadagnare una vacanza, poiché pur nella fatica e nelle difficoltà diverrà interessante e persino stimolante vivere la scuola, imparare qualcosa di nuovo o approfondire, confrontarsi con gli altri, mettersi in gioco, passare pian piano “dal sogno al progetto di vita”.

Mi piacerebbe, in questa Giornata Internazionale degli Studenti, che almeno una volta si “protestasse” insieme per il fatto che desidereremmo tutti più passione da parte dei docenti e pure da parte degli studenti; per il fatto che si è spesso considerati operai i docenti, e numeri gli studenti, anziché persone e persone in relazione; per il fatto che non ci basta uno studio nozionistico e una valutazione numerica, ma uno “studio” che sia amore e un “sapere” che sia gusto per la cultura.

Marco Pappalardo: