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Per non morire di vecchiaia

Dire “Sì alla Vita” significa essere a favore della famiglia, della comunità, del popolo. È il segno più eloquente di amore e di speranza. Purtroppo i numeri delle nascite e dei matrimoni dimostrano che in Italia si sta esprimendo un segno opposto, di pessimismo.

Il calo demografico è impressionante. L'Italia sta morendo di vecchiaia ed è nostro compito fare subito quanto in nostro potere per ridare speranza ai nostri giovani. Per questo è positivo che sia stato lanciato il “Patto per la Natalità”.

Tutti i candidati alle prossime elezioni politiche hanno il dovere di leggere gli ultimi dati Istat sugli indicatori demografici. Se davvero vogliono contribuire alla rinascita del nostro Paese, devono considerare come inderogabile un intervento strutturale per incrementare la natalità. Anche gli immigrati di seconda generazione, ormai, si stanno adeguando alle nostre abitudini e alla tendenza a fare meno figli.

Ci sono esempi virtuosi in questo senso, non lontani dai nostri confini. Altre nazioni, come la Germania e la Francia, partendo da una visione laica, hanno recepito che investire sulla famiglia è una risorsa. E infatti i risultati si vedono, basta confrontare il loro indice di natalità con il nostro. Lavorare in questo campo è vincente sotto tutti i punti di vista.

È ora di farlo. Qualche giorno fa ho ascoltato un parroco dire che nell’ultimo anno, nella sua parrocchia, ci sono stati 66 morti, 33 nati e appena 3 matrimoni. Numeri che dicono tutto. Credo che il dato più grave sia quello dei matrimoni, perché se non ci sono persone disposte a stipulare tra loro un patto per la vita, i figli non nascono.

E va ricordato che mancano all’appello circa 90mila bambini che vengono soppressi ogni anno con l’aborto. Anche su questo aspetto è urgente intervenire. Esiste il parto in anonimato, che va promosso, perché concede al genitore di portare a termine la gravidanza e al bambino di nascere ed essere cresciuto da una famiglia adottiva.

Pieno sostegno, dunque, al “Patto per la Natalità”. Ciò che chiediamo è un sostegno economico alla mamme per i primi tre anni di vita del bambino. Riteniamo che questo debba essere il primo punto del prossimo Governo.

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