“Diritti civili, diritti sociali e contrattazione di genere” non rappresentano soltanto lo slogan del Convegno nazionale della Cisl appena concluso, ma la conferma dell’impegno del nostro sindacato su tutte le questioni, oggi sempre più cruciali per il progresso democratico, civile ed economico non solo del Paese ma del pianeta, che attengono alle pari opportunità tra uomini e donne, tra le due metà del cielo. Ciò in linea anche con l’azione strategica del sindacato europeo, la Ces, che nell’ultimo comitato esecutivo ha approvato all’unanimità la Risoluzione presentata dal Comitato Donne.
Un documento che, partendo dai risultati finora raggiunti, propone, tra gli altri interventi, di rafforzare l’implementazione della dimensione di genere nelle politiche Ces, promuovendo l’indipendenza economica degli uomini e delle donne, lottando per l’eliminazione delle disparità salariali e pensionistiche, affrontando la sfida della conciliazione lavoro-famiglia, il superamento del gap di rappresentanza, anche negli organismi interni, il contrasto alle molestie e alla violenza nei luoghi di lavoro e la disparità occupazionale. Se una società non esprime e non fa leva su tutte le sue potenzialità vuol dire che ogni suo progetto di sviluppo socio – economico è destinato a naufragare o a raggiungere solo in parte i propri obiettivi. La Cisl vuole proseguire dunque sulla strada dell’inclusione, della partecipazione e della cittadinanza a 360 gradi, anche attraverso la promozione di una nuova cultura in cui le differenze di tra i sessi siano riconosciute come valore aggiunto e non come fattori discriminanti. Strada certamente non facile, fatta di percorsi lunghi e complessi ma anche di risultati tangibili.
Non è vero, infatti, che il nostro Paese è fanalino di coda in tutto, lo hanno detto chiaramente anche le personalità ospitate nella tavola rotonda interna al Convegno “L’Europa, per un futuro di benessere sociale e di valorizzazione delle differenze”. L’Italia negli ultimi cinque anni ha fatto molti passi in avanti sulle pari opportunità e in particolare sul tema della rappresentanza. Fiori all’occhiello, oggetto di attenzione anche da parte dell’Europa, sono le norme sull’introduzione delle quote basate sulla diversità di sesso nei consigli di amministrazione delle società pubbliche e private e nelle liste elettorali per le elezioni amministrative e politiche, che hanno già dato buoni risultati, come nell’ultima tornata delle comunali, sia in termini di partecipazione che di assunzione di responsabilità apicali da parte di molte donne e giovani.
E se questa ottica diventa un approccio strutturale, un nuovo modus operandi anche nel mercato del lavoro, ciò può portare a grandi cambiamenti, a quella tanto agognata flessibilità che può costituire il terreno fertile per il raggiungimento pieno del “benessere organizzativo” all’interno delle aziende, dove i lavoratori e le lavoratrici – le persone – diventano il fulcro della produzione e la produzione il centro degli interessi di lavoratori e lavoratrici. Un forte impulso, dunque, anche alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, alla realizzazione del desiderio di maternità, alla tenuta del posto di lavoro e alla prosecuzione della crescita professionale e lavorativa delle donne contro quella persistente segmentazione orizzontale e verticale che ancora oggi le relega in posizioni lavorative meno qualificate.
Ecco perché – ha sottolineato la Segretaria organizzativa Giovanna Ventura – la Cisl “intende promuovere ancora di più la contrattazione di genere territoriale ed aziendale” e dare “grande spazio alle donne sindacaliste e contrattualiste”. Bisogna guardare al futuro creando un paese dove la donna non deve scegliere tra fare figli e lavorare” – ha detto la Segretaria generale Anna Maria Furlan – “oggi le donne vogliono contribuire al futuro del Paese attraverso un welfare contrattuale che sappia valorizzare questi temi e rispondere con servizi adeguati alle esigenze di tutte le donne”. Intanto, in vista del prossimo Congresso, considerato che oltre il 50% delle iscritte Cisl ha un’età inferiore a 50 anni, ideale quindi per essere coinvolte in ruoli di responsabilità ai diversi livelli, la Cisl si è già data nuove regole per valorizzare maggiormente la presenza femminile nelle cariche dirigenziali dell’Organizzazione. Il Coordinamento nazionale Donne lavorerà a fianco della Cisl per raggiungere questi obiettivi.