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Nemica della pace non è solo la guerra, ma anche l’indifferenza

Nemica della pace non è solo la guerra, ma anche l’indifferenza”. Papa Francesco testimonia l’impegno dell’umanità per fermare la catastrofe bellica. Indicando gli ostacoli al superamento dell’odio e del conflitto. L’urgenza è vincere l’indifferenza. Conquistare la pace comporta una vera e propria lotta. Un combattimento spirituale che ha luogo nel cuore umano. La pace che Dio Padre desidera seminare nel mondo deve essere coltivata dagli uomini. Non solo. La pace deve essere anche conquistata. E invece, secondo Francesco, l’indifferenza fa pensare solo a sé stessi. Crea barriere, sospetti, paure e chiusure. L’uomo contemporaneo ha tante informazioni. Ma a volte è così sommerso di notizie che viene distratto dalla realtà. Dal fratello che ha bisogno. Da qui l’appello del Papa ad aprire il cuore, risvegliando l’attenzione al prossimo. Unica via per la conquista della pace.paceNella Giornata mondiale della pace il Pontefice ha stigmatizzato l’atteggiamento dell’ indifferente. Di chi chiude il cuore per non prendere in considerazione gli altri. Di chi chiude gli occhi per non vedere ciò che lo circonda. O si scansa per non essere toccato dai problemi altrui. Un comportamento che caratterizza una tipologia umana piuttosto diffusa. Presente in ogni epoca della storia. Tuttavia nella società odierna l’indifferenza ha superato decisamente l’ambito individuale. Per assumere una dimensione globale. Producendo così il fenomeno della globalizzazione dell’ indifferenza. Francesco promuove una cultura di solidarietà e misericordia. Contro l’indifferenza. E il suo pensiero va principalmente alle famiglie. Chiamate ad una missione educativa primaria ed imprescindibile. PaceLe famiglie costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori. E cioè l’amore. La fraternità. La convivenza. La condivisione. L’attenzione e la cura dell’altro. L’intero pontificato di Jorge Mario Bergoglio è un richiamo a lasciarsi alle spalle la cultura dell’indifferenza. Per improntare la vita alla pietà e alla solidarietà. L’obiettivo è la riconciliazione contro la terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Non c’è posto per il dubbio. Il Pontefice lo lascia agli scettici che per interrogare solo la ragione non trovano mai la verità. Al centro invece c’è la condivisione. Non c’è spazio per l’indifferenza. Quella che domina nel cuore di chi non riesce a voler bene perché ha paura di perdere qualcosa. paceIn un mondo che troppe volte è duro con il peccatore e molle con il peccato, c’è bisogno di coltivare un forte senso della giustizia. Così da ricercare e mettere in pratica la volontà di Dio. La cultura dell’indifferenza finisce non di rado per essere spietata. Al contrario lo stile di vita cristiano deve essere colmo di pietà. Di empatia. Di compassione. Di misericordia. Predisposizioni attinte ogni giorno dal pozzo della preghiera. Una visione profetica, fatta di misericordia e di tenerezza, evocata da Francesco anche in un tweet sul suo account @Pontifex. “Dio è innamorato degli esseri umani. Si fa piccolo per aiutarli a rispondere al suo amore”. Il Papa è entrato spesso nelle tante tragedie che oggi segnano il mondo. Nelle violenze terroristiche perpetrate in nome delle religioni. Nei conflitti della terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Negli appelli alla pace e alla riconciliazione. In un continuo riconoscimento dell’intrinseco legame che accomuna tutti i popoli della terra. Rendendo, come indicato nell’enciclica Laudato si’, l’unità superiore al conflitto. Così come l’indifferenza verso il prossimo e verso il Creato rappresentano due aspetti della medesima realtà. Così l’autentica attenzione alla famiglia umana non può scindersi dalla sollecitudine verso la casa comune e il suo stato di salute.

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