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L’origine storica della festa di Maria Santissima Madre di Dio

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L’origine storica della festa di Maria Santissima Madre di Dio, otto giorni dopo il Natale, nella pienezza della festa raccolta nel mistero più alto, che Maria, madre di Gesù, esprime in quanto Madre e Vergine del Figlio di Dio. Il primo gennaio celebriamo la solennità di Maria Madre Santissima di Dio, come completezza della pienezza di questi otto giorni. In particolare, questa festa, fa riferimento a un evento che la Chiesa matura nel tempo, ossia la comprensione del Mistero di Dio e, nel 431, quando c’è stato il concilio di Efeso, è stata raggiunta nella stessa la consapevolezza che, nel Verbo, ci sono la natura umana e quella divina espresse in Gesù Cristo e, in quella particolare occasione, si è affermata la maternità divina di Maria. A Roma, nei V secolo, si è iniziato a celebrare questa festa anche per soppiantare certi riti pagani di quel periodo e coincide con questo periodo la dedicazione a Maria della chiesa di Santa Maria Antigua. Il primo gennaio racchiude anche altre celebrazioni che, la liturgia della Chiesa, ha voluto includere come la celebrazione del nome di Gesù che si dava otto giorni dopo, in occasione della circoncisione, ossia il segno nella carne, dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Ciò diventa la manifestazione per tutti del fatto che Dio salva. È una festa molto piena e completa e in questo, la Chiesa del ‘900 e del 2000, con Paolo VI, ha fissato in questo giorno anche la Giornata della Pace.

Maria Santissima Madre di Dio comunica alle madri di oggi molti messaggi. Il primo è costituito dal fatto che Maria è una di noi, un lembo di terra nostra scelta da Dio per riempirla della sua grazia, aperta e disponibile al mistero della fecondità e della generazione. Ciò ci comunica di avere una apertura e una disponibilità all’accoglienza della Grazia. A questo proposito viene in mente un brano del libro “In nome della Madre” di Erri De Luca quando, Miriam e Joseph, guardando le stelle dialogano tra loro e si dicono l’un l’altro “Sai che cos’è la Grazia?” E Joseph risponde: “La Grazia non è qualcosa che si vede, ma una forza interiore che ci fa affrontare il mondo senza sforzi e chi la possiede è liberato da ogni timore”. Infine, il testo si conclude con questo pensiero: “Erano parole che meritavano abbracci, ma restammo così”. Lo sguardo innamorato è ciò che riconosce la presenza della Grazia e il grembo e la vita della donna, come luogo della sua presenza. Una dote forte e attiva, capace di generare amore. Il messaggio è proprio questo: la Grazia che Maria ha ricevuto ed è diventata maternità, si può leggere su molti volti.

padre Alfredo Feretti: