Gli italiani sono in larga parte pro life e pro family a prescindere dalle loro convinzioni politiche. Questo emerge prepotentemente dal sondaggio nazionale promosso da Pro Vita & Famiglia e condotto da Noto Sondaggi, presentato giovedì a Roma. Non solo si evince infatti che tre quarti degli italiani pensa che lo Stato dovrebbe dare più aiuti sociali, economici e psicologici alle donne incinte per offrire alternative concrete all’aborto e che lo Stato dovrebbe riconoscere la maternità come valore sociale, ma anche che sono soprattutto i giovani tra i 18 e 34 anni la fascia di età che più delle altre pone la crisi demografica come una priorità dell’Italia. La maggioranza dei cittadini pensa inoltre che le istituzioni potrebbero comunque intervenire per evitare un aborto.
I dati della ricerca vanno tutti in questa direzione e vale la pena evidenziare che mostrano un’Italia completamente diversa dalla narrazione comune sulla maternità, la vita, l’aborto e la famiglia. Al netto di tutte le difficoltà economiche e famigliari, gli italiani riconoscono che fare un figlio porta un valore per tutta la società, che andrebbe tutelato e promosso con politiche fiscali e servizi.
Eppure da almeno quattro decenni hanno ridotto l’arrivo di un bebè ad un fatto privato della madre, relativizzando completamente la scelta della donna per la vita o per la fine della gravidanza, rendono le due opzioni indifferenti. In molte interviste e monologhi, donne dello spettacolo hanno presentato la maternità come un obbligo sociale, una costrizione che limita la libertà o la vera vocazione di ogni ragazza.
Insomma si è fatto gara a presentare l’Italia come un enorme reparto maternità, dove le donne che non scelgono di essere madri sono escluse da tutto. Peccato che è l’esatto contrario: viviamo in un inverno demografico senza precedenti, dove le donne che scelgono di aprirsi alla vita sono escluse dal mercato del lavoro, scartate dai datori e spesso indicate come delle retrograde che non ha saputo valorizzare il loro talento nella carriera.
Gioverebbe quindi innanzitutto de-ideologizzare ogni riflessione sulla gravidanza e riconoscere il fatto che ogni bambino è un dono per tutta la società in termini di relazioni, coesione sociale e benessere economico, per farlo non serve infatti elencare tutti i dati sull’insostenibilità del sistema pensionistico e del welfare di fronte al calo delle nascite.
Il sondaggio di pro vita dimostra poi che i giovani chiedono la possibilità di conciliare maternità e lavoro e questo dimostra che mettere in contrasto le ambizioni professionali e la famiglia è quanto di più deleterio per il nostro Paese. E’ normale che donne che hanno studiato e investito sulla loro formazione vogliano anche realizzarsi nel lavoro ma allo stesso tempo nella maggior parte di queste giovani ragazze continua a vivere il desiderio di maternità e di famiglia. “Aiutateci a realizzare i nostri desideri” chiedono con forza i giovani mostrando il vero sentire del Paese che non è quello delle copertine patinate dei settimanali o serie tv.
Dunque chi ha ridotto la maternità ad un fatto privato ha imbrogliato le donne mettendole da sole con le spalle contro un muro a fare le loro scelte. Infatti un altro elemento che è emerso nella presentazione del sondaggio è la solitudine delle donne che scelgono per l’aborto. L’essere lasciate sole è una motivazione ancora più devastante del fattore economico. Il più delle volte, come ha raccontato la responsabile di un Cav (Centri aiuto alla vita) di Roma, le ragazze che chiedono aiuto per non abortire sono immigrate prive del sostegno della famiglia di origine o giovani che sono state scaricate da un compagno che non voleva prendersi le sue responsabilità. Il terrore di una gravidanza complicata non consente di vedere vie di uscita soprattutto quando puoi contare solo su te stessa. A volte basta una voce amica o la determinazione di un partener per venirne fuori. “Pensavo tutto finisse invece è tutto iniziato” è il pensiero illuminante di una delle tante donne aiutate dai Cav a portare a termine la gravidanza. La ricerca demoscopica di Pro Vita ci dice quindi che il popolo italiano vuole più aiuti alla maternità e che se vogliamo sconfiggere l’inverno demografico dobbiamo uscire dall’ideologia dell’Io e valorizzare la relazione, prima fra tutte quella primigenia tra madre e figlio.