Quella di oggi, mercoledì 18 novembre, sarà una giornata particolare per l’economia del Paese. Certo, non sono in ballo né i conti dello Stato, per i quali servirebbe una radiografia seria, né le prospettive delle famiglie italiane. Però ci giochiamo le possibilità per il presente. Mica roba da poco. Resta da capire se la politica – tutta, nessuna esclusa – ne ha davvero consapevolezza.
“La cooperazione e l’assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo”, ha affermato ieri sera il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’assemblea annuale dell’Anci. Un monito, quello del capo dello Stato, che non lascia troppi margini alle interpretazioni di parte.
L’egocentrismo del governo e la mania di protagonismo di una parte dell’opposizione sono fattori divergenti, che rischiano di far saltare tempi e interventi. Una pace a tempo, magari blindata su pochi punti, non sarebbe male. Le urne, poi, diranno chi ha torto e chi ha ragione. Quando andremo al voto, ovviamente. Dunque, oggi la prova del nove.
Dopo il sì del governo in giornata arriva in Parlamento il quarto scostamento di Bilancio del 2020, ritenuto necessario per affrontare l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Il testo approvato da Palazzo Chigi ha un valore di circa 38 miliardi di euro. Il documento riscende a 228 articoli con 237 pagine (il testo datato sabato sera consisteva invece di 248 articoli e 204 pagine). La manovra, che aveva ricevuto un via libera salvo intese circa un mese fa, è ora deve essere approvata dal Parlamento, anche se piace a pochi, in particolare, sindaci opposizione e sindacati.
Per fronteggiare l’emergenza Covid, il Ddl di bilancio conferma il blocco dei licenziamenti e la proroga della Cig fino al 31 marzo. Prorogate l’Ape sociale e Opzione donna. Proroga inoltre del bonus natalità per il 2021 e, da luglio, assegno unico per i figli fino a 21 anni di età. Tra le novità, sgravi contributivi non solo per le assunzioni under 35, ma anche per quelle al femminile. E un fondo a sostegno delle imprese guidate da donne. Ma tutto potrebbe non bastare, come insegna la storia recente. Fino a ora sono stati autorizzati tre aumenti di spesa in deficit, per un totale di 100,3 miliardi di euro. La prima richiesta da parte dell’esecutivo risale al 5 marzo, con successiva integrazione l’11 marzo, quando è stata autorizzata una maggiore spesa in termini di indebitamento netto di 20 miliardi. Il 24 aprile, in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza, è stato richiesto un nuovo scostamento di 55 miliardi, e il 23 luglio è arrivata la terza (e per ora ultima) richiesta di un ulteriore spesa di 25 miliardi. Totale 100,3 miliardi di euro. Le risorse sono state spese, diciamo no proprio al meglio delle reali possibilità (e necessità) per tre provvedimenti varati dal governo: il decreto legge cura Italia (20 mld), il decreto legge rilancio (55 mld) e il decreto legge agosto (24,9 mld). Mentre l’altro decreto legge approvato per affrontare l’emergenza, il decreto legge liquidità, ha inciso sul deficit in modo marginale (solo 11 mln). I due ultimi provvedimenti messi in campo, i decreti legge ristori e ristori bis, hanno degli effetti sull’indebitamento pari a 5 miliardi di euro, che però sono coperti in parte dai risparmi derivanti dalle misure messe in campo con i precedenti dl e utilizzate solo parzialmente.
Negli ultimi giorni lo stesso governo ha parlato di un ulteriore scostamento di Bilancio, da ultimo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio 2021 ha annunciato l’intenzione di rafforzare “gli interventi sia sul 2020 sia sul 2021 attraverso scostamenti nei conti”. Ancora non è chiara l’entità della nuova operazione ma la cifra più ricorrente si aggira tra 15 e 20 miliardi di euro. Il ministro ha spiegato che “il rallentamento dell’attività nel quarto trimestre e a inizio 2021, a causa della seconda ondata del contagio, rende necessarie ulteriori misure che arriveranno con uno scostamento di Bilancio che sarà richiesto al Parlamento”.
Sullo sfondo, infine, lo spetto europeo. Il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, si è detto “preoccupato” per lo stallo sul Recovery fund causato dal veto di Polonia e Ungheria. L’Italia riceve oggi altri 6,5 miliardi di euro sotto forma di prestiti dal programma Sure assicura Ursula von der Leyen. Già, ma possono bastare? Il nodo Europa, prima o poi, andrà sciolto.