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Noi siamo l’Italia: anche a Tokio

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Nel 1990 il duo Bennato-Nannini, intonava Notti Magiche, idealmente ispirato alla nazionale di calcio che si apprestava ad ospitare il mondiale in casa propria. Non andò bene, e lo sappiamo benissimo. Ma quel ritornello è tornato d’attualità pochi giorni fa quando la nazionale di calcio di Roberto Mancini ci ha regalato qualcosa di più di una notte magica. Un sogno che s’avvera, vincere dopo 53 anni d’attesa il campionato europeo di calcio. E le notti magiche, che hanno ispirato Malagò, presidente del Coni, possono e debbono continuare. Quell’azzurro da ostentare con orgoglio, “inno da cantare a squarciagola in ogni angolo del pianeta”. Ecco Tokio 2020, della serie, scusate il ritardo. Ma non sarà l’Olimpiade desiderata. Rinviata di un anno per la pandemia, si ritrova a distanza di dodici mesi alle prese con problematiche che sembravano superate e che fino all’ultimo ne hanno messo in dubbio la partenza. Maledetto covid, varianti impazzite che hanno costretto il Cio a chiudere i portoni degli impianti sportivi. Niente pubblico, e sappiamo benissimo che la presenza di tifosi sugli spalti rende meno angusta una gara. Lo si capito anche all’europeo di calcio, con 65mila tifosi a Londra nonostante la pericolosa variante Delta. Sarà un’Olimpiade a porte chiuse, dove le grida degli atleti faranno da colonna sonora al video televisivo.

L’Italia c’è e lo ha detto chiaramente Giovanni Malagò, senza entrare nel merito delle medaglie da portare a casa. Si riparte da Rio 2016 quando il bottino fu abbastanza consistente: 28 medaglie. Otto quelle impreziosite dall’oro olimpico, 12 d’argento e 8 di bronzo. Migliorarsi non è mai facile anzi, il contrario, ma l’Italia parte con una buona squadra e statistiche e previsioni, parlano di un bottino di 32/33 medaglie, con l’Italia a battagliare con Germania e Olanda nella top ten mondiale. Malagò, il numero uno dello sport italiano, è sereno. “Sono ottimista, abbiamo lavorato molto bene. Ma Tokyo può sorprenderci in bene o in male. Ci sono atleti che hanno fatto sacrifici per 4-5 anni per arrivare magari all’ultima occasione della propria vita sportiva. Come si può fare a negargliela”.

Il successo finale, secondo Malagò, non si misura dalle sole medaglie. “Trasformate un argento in un oro e saliremmo parecchio. Così convinceremmo i tanti che leggono l’Olimpiade solo con il numero delle vittorie, ma io preferisco guardare la presenza di atleti tra i primi 8 di ogni disciplina, quello dà il senso della forza di un movimento“.

Tante speranze e attese, ma il presidente sorride e snocciola i suoi desideri. “L’oro di Paltrinieri nelle acque libere, quello nella lotta di Frank Chamizo a cui manca solo il titolo olimpico e… un oro dall’atletica dopo 13 anni”.

Negli sport di squadra, fiducia tanta nel Settebello di Alessandro Campagna, bronzo a Rio, ma con una squadra di grandissima qualità. A pensarci bene, con il siracusano alla guida, l’Italia della pallanuoto è cresciuta tantissimo e non tanto per i due mondiali portati a casa. L’oro olimpico, che Campagna ha conquistato come giocatore l’oro a Barcellona 92, punta in alto, dopo averlo sfiorato nel 2012 a Londra, secondo dietro la Croazia di Ratko Rudic.

C’è il basket azzurro che ritorna ai Giochi dopo 17 anni. In panca c’è Romeo Sacchetti e una squadra vogliosa di stupire. Girone difficile, ma di grande speranze. E’ andato col presidente Petrucci dal Papa, la moglie si chiama Olimpia. Come dire, corsi e ricorsi storici. Hai visto mai? C’è poi il sogno a cinque cerchi di Danilo Gallinari che dal cielo stellato della Nba, si è tuffato in questa avventura che non ha eguali. Il basket per sorprendere e magari tornare sul podio come ad Atene nel 2004. Si può fare.

Ma d’azzurro vuole tingersi Tokio. Gianmarco Tamberi, Antonella Palmisano e Marcel Jacobs vogliono spingere in alto l’atletica. Il canottaggio che fu degli Abbagnale, punta forte sul 4 di coppia, 2 senza, doppio pesi leggeri e 4 senza. Il ciclismo strizza l’occhio Filippo Ganna, Elisa Longo Borghini e magari anche Vincenzo Nibali. Marco Lodadio e Vanessa Ferrari vogliono farci sognare nella ginnastica. Poi c’è il grande sogno che nasce in piscina, quello del nuoto, cop Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti, Federica Pellegrini, Margherita Panziera, Simona Quadarella, la 4×100 sl, la 4×200 sl, Federico Burdisso, Benedetta Pilato, Nicolò Martinenghi, Martina Carraro a sprintare veloci verso il podio. Non vuole essere da meno la scherma che ha portato in Giappone una squadra di altissimo livello: Daniele Garozzo, Alessio Foconi, Arianna Errigo, Alice Volpi, Marco Fichera, Andrea Santarelli, Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Luca Curatoli, il fioretto femminile a squadre, il fioretto maschile a squadre, la sciabola maschile a squadre e quella femminile, ed infine la spada maschile e femminile a squadre. Jessica Rossi, Gabriele Rossetti, Chiara Cainero e Diana Bacosinel nel tiro a volo, Nespoli nel tiro con l’arco, Bertocchi-Pellacani nei tuffi, Tita-Banti e Mattia Camboni nella vela. Tanti azzurri, ma non chiediamo tanto se viaggiano accanto a loro, a caccia di un sogno. Che in fondo, non costa nulla. Ma come la nazionale di calcio, stavolta, si può fare davvero bene. Anzi, benissimo.

Massimo Ciccognani: