La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024
17.4 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024

Nell’emergenza difficile pensare al futuro

Con il via libera allo ā€œscostamento di bilancioā€ il 22 luglio da parte di Camera e Senato, se pur con maggioranze risicate, si apre la partita della manovra di agosto. Prima di parlare di questā€™ultima, perĆ², sarebbe opportuno ragionare dei numeri sui quali il Governo possa contare.

Si diceva di maggioranze risicate perchĆ© alla Camera i voti favorevoli sono stati 326 con maggioranza necessaria di 316 sƬ, mentre al Senato i primi sono stati 170 su una maggioranza qualificata richiesta di 160. ƈ evidente che venti teste, tra deputati e senatori, non siano esattamente un margine cospicuo su cui contare per proseguire lā€™azione di governo una volta finita lā€™emergenza in corso ma sulla cosa ci torneremo, forse, a tempo debito.

Il focus attuale, quindi, si sposta sullā€™annunciata manovra di agosto che segue i due altri decreti, LiquiditĆ  e Rilancio, che sono stati emanati per contrastare gli effetti economici negativi dovuti alla pandemia in atto.

GiĆ  si ĆØ detto, in altri interventi passati, lā€™azione di governo, dal lato economico, mira a contrastare gli effetti negativi della crisi nata con la diffusione del Covid19 e le misure prese per limitarne gli effetti.

Il problema che nasce, ora, perĆ², ĆØ che il lockdown e il crollo delle aspettative degli italiani hanno innescato un meccanismo recessivo che porterĆ , credibilmente, a un crollo a due cifre del PIL alla fine di questo 2020 e, quindi, ogni misura economica intrapresa dovrĆ  essere fatta, obbligatoriamente, lasciando correre il debito che toccherĆ , secondo previsioni, la quota tra il 155,7% al 157,6% del PIL a fine anno complici, ovviamente, gli oltre 100mld di scostamento votati finora e il deficit giĆ  programmato in sede di Legge di Bilancio lo scorso anno.

Tutto questo comporterĆ  una servitĆ¹ del debito di oltre 43mld tra questā€™anno e il 2024.
La sfida, quindi, ĆØ volta a reinnescare il ciclo virtuoso di crescita del Paese, per permettere di superare le negativitĆ  registrate in questi ultimi mesi e la situazione stagnante che era, ormai, strutturale da anni sfruttando la maggiore flessibilitĆ  di bilancio concessa sia dai partner europei sia dal Parlamento.

Questo significa, perĆ², che i futuri interventi dovranno essere volti agli investimenti produttivi, allā€™istruzione e alla maggiore competitivitĆ  del sistema, sia dal lato fiscale sia dal lato amministrativo e non nei soliti provvedimenti assistenzialistici e propagandistici a cui ci ha abituato il Governo Conte, in ogni sua veste, in questi anni.

Ovviamente alcuni punti non legati al rilancio ma, piuttosto, al sostegno della domanda interna e dei redditi, in questa situazione, non possano essere evitati come la proroga della Cassa Integrazione Guadagni, nonostante questa sia un istituto assai inefficiente e costoso, cosƬ come quella dei ā€œbonusā€ a sostegno dei professionisti e degli artigiani, unitamente al nuovo previsto per i lavoratori del settore turismo e dello spettacolo.

Legato al mondo del lavoro, perĆ², esce un provvedimento distorsivo come la proroga del blocco dei licenziamenti che potrebbe essere fatale per aziende giĆ  provate dal calo della domanda e dalla chiusura imposta dai decreti governativi negli scorsi mesi, per quanto se la cosa fosse rivolta solo e soltanto a quelle imprese che abbiano fatto ricorso alla CIG potrebbe essere una misura di equitĆ .

Veniamo, ora, ai punti positivi a oggi ventilati. ƈ previsto il rafforzamento del fondo di garanzia per le PMI per far fronte allā€™erogazione dei finanziamenti agevolati da parte del sistema creditizio unitamente, questa ĆØ la novitĆ  piĆ¹ grande, alla proroga delle scadenze fiscali rinviate a settembre per le aziende delle zone piĆ¹ colpite dal virus unitamente a una rimodulazione del calendario delle scadenze future, sperando in una sua razionalizzazione.

Sulle Partite IVA potrebbe essere anticipata la riforma fiscale programmata per il 2021 eliminando il sistema di acconti e saldi per giungere a versamenti scaglionati sulla base di quanto incassato nel periodo (ovviamente restando la clausola ā€œsalvo conguaglio finaleā€, mi auguro).

In vero non si vede una vera azione volta a riformare dalle basi un sistema fiscale ingordo e prolisso come quello italiano ma almeno la buona volontĆ  di modificare il folle calendario di scadenze e le modalitĆ  penalizzanti di versamento finora utilizzare bisogna dare atto che ci sia.

Dal lato del mondo del lavoro si prevede una proroga dellā€™impropriamente definito smart working, in realtĆ  nella maggioranza dei casi si tratta di mero telelavoro, anche per i dipendenti privati ma, oggettivamente, questa previsione potrebbe essere superflua poichĆ© il lavoro agile ĆØ la vera rivoluzione futura e il passaggio, laddove possibile, a queste forme di organizzazione potrebbe essere assai piĆ¹ rapido e spontaneo rispetto a quanto possano prevedere le forze politiche e di governo, una volta provata la sua efficacia dal lato della produttivitĆ  della prestazione lavorativa.

Cosa resta ancora da trattare? Probabilmente nulla, anche questa manovra sarĆ  caratterizzata dalla sua natura emergenziale e difficilmente conterrĆ  dei provvedimenti strutturali, cosa che, probabilmente, sarĆ  rinviata allā€™arrivo dei fondi promessi con il Recovery Fund il prossimo anno.

Facendo il bilancio di tutti i provvedimenti portati a terra dallā€™attuale maggioranza di governo ĆØ difficile trovare delle azioni volte alla crescita, sin dalla prima ā€œfinanziariaā€ a firma M5S-Lega allā€™ultima di M5S-PD lā€™attenzione ĆØ stata sempre messa ad azioni contingenti per sanare delle criticitĆ  esistenti (il disinnesco delle clausole di salvaguardia, ad esempio) o provvedimenti di bandiera che poco hanno fatto se non aumentare la spesa assistenziale (il Reddito di Cittadinanza, ad esempio, ma anche Quota 100 senza una riforma profonda dellā€™INPS e dei sistemi di finanziamento degli assegni previdenziali) e poco o nulla a livello di investimenti infrastrutturali o propedeutici alla crescita.

CosƬ ĆØ stato per le ultime due leggi di bilancio e cosƬ ĆØ stato per i decreti emergenziali finora emanati. Oddio, sugli ultimi non era, credibilmente, possibile far diversamente, visto come e quanto lā€™epidemia ha colpito il Paese e la necessitĆ  era quella d salvaguardare il piĆ¹ possibile i redditi dei cittadini e lā€™ossatura industriale italiana, con le scarse disponibilitĆ  finanziarie esistenti, mentre si attuavano le misure contenitive e si contrasto alla malattia perĆ² ora, che il peggio pare sia passato, non cā€™ĆØ ancora un progetto o, almeno, unā€™idea di come agire per ricostruire lā€™Italia e far ripartire una macchina che, prima, aveva il motore ingolfato e, ora, questo si muove a stento.

ƈ vero, per programmi del genere servono soldi, detto brutalmente, soldi che la gestione ā€œallegraā€ della finanza pubblica negli ultimi decenni ha reso scarsi e, in piĆ¹, il crollo del PIL porterĆ  inevitabilmente anche a una contrazione delle entrate fiscali che non potranno essere integrate da nuovi balzelli poichĆ© il limite di sopportazione della popolazione e delle aziende se non fosse giĆ  stato superato certamente sarebbe distante pochi millimetri e, quindi, ogni possibile azione in tal senso dovrĆ  essere rimandata allā€™arrivo dei fondi europei, si spera, nella seconda metĆ  del prossimo anno.

Adesso si apre il periodo della responsabilitĆ , non piĆ¹ quello della propaganda e dellā€™antipolitica, ogni provvedimento dovrĆ  essere indirizzato a far ripartire il Paese che, altrimenti, potrebbe liquefarsi in un futuro nemmeno troppo remoto.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario