La presa in carico delle crescenti fragilità sociali, soprattutto per quanto riguarda la fascia di popolazione over 75 sempre più ampia, è una questione fondamentale al fine di garantire una quotidianità serena a tutti coloro che, a causa dell’avanzare degli anni, si trovano ad affrontare delle problematiche di salute che devono trovare risposte celeri e adeguate, ma soprattutto servizi all’altezza. Tutto ciò presuppone un nuovo paradigma dell’assistenza, sostenendo sia la domiciliarità delle cure che la revisione della rete ospedaliera, attraverso un piano articolato di presidi territoriali e riqualificazione del patrimonio esistente.
Questo panorama presuppone una valorizzazione ulteriore della figura professionale che, un tempo, veniva definito medico di base, favorendo dei meccanismi di aggregazione per riunire profili complementari in grado di occuparsi delle cronicità che si manifestano nella “Terza Età” e nella “Quarta Età”. In quest’ottica poi, occorre implementare un modello positivo di telemedicina, al fine di garantire esami diagnostici a distanza ed efficaci monitoraggi dei pazienti più anziani, evitando così lunghi tempi di attesa e garantendo anche un’assistenza psicologica più pregnante a coloro che hanno patologie croniche e ai loro familiari caregiver. Se il sistema paese sarà in grado di fare ciò, consegneremo alle giovani generazioni un nuovo modello di welfare che, senza se e senza ma, sarai in grado di prendersi cura di coloro che, agli albori dell’Italia repubblicana, hanno reso grande questo Paese. Nessuno può essere lasciato indietro.