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La necessità di creare un clima favorevole all’accoglienza della vita nascente

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Foto di Heike Mintel su Unsplash

Su Lancet, la prestigiosa rivista medico-scientifica inglese, è stato pubblicato uno studio sugli scenari demografici planetari. «Entro il 2050 – si legge – oltre tre quarti dei Paesi non avranno tassi di fertilità sufficientemente alti per sostenere la dimensione della popolazione nel tempo; questa percentuale aumenterà fino al 97% (198 su 204) entro il 2100». Gli allarmi sul declino demografico non sono una novità, ma in questo studio si evidenziano le conseguenze sociali non solo del declino ma anche della spaccatura demografica a livello planetario. «Nel 2021 il 29% dei bambini del mondo è nato nell’Africa sub-sahariana; entro il 2100 si prevede che questa percentuale aumenterà fino ad oltre la metà (54%) di tutti i bambini». Quindi nel 2100 un nato ogni due sarà africano. Questo scenario comporterà profonde conseguenze fiscali, economiche, migratorie e sociali. Sia per i paesi a basso redditto che devono sostenere gli effetti del cambiamento climatico, migliorare le infrastrutture sanitarie, ridurre i tassi di mortalità infantile e fornire tutto ciò che serve ad una popolazione in aumento: lavoro, scuole, ospedali. Sia per i paesi ricchi che devono fare i conti col calo della forza lavoro e la sostenibilità dei sistemi di welfare a partire dall’assistenza ad una popolazione sempre più anziana.

L’Italia, com’è noto, da tempo fa pochi figli. Per fronteggiare questa emergenza nazionale 45 associazioni si sono riunite tre anni fa per chiedere al Parlamento di dare un primo segnale, culturale, contro l’invecchiamento dell’Italia. “È necessario attivare con urgenza misure per contrastare il preoccupante calo demografico” si legge nel Manifesto che hanno sottoscritto. L’obiettivo principale è quello di chiedere al Parlamento italiano l’istituzione della Giornata della vita nascente nella data del 25 marzo. Una data che intende divenire una ricorrenza istituzionale, per promuovere una cultura della natalità, aprire un dibattito sui temi della maternità, della paternità e della procreazione, creare un clima favorevole all’accoglienza della vita nascente. Un’idea lanciata da don Oreste Benzi nel 2000.

Nel 2021 la Rete aveva organizzato il primo Festival, nel 2022 il convegno “Il futuro è giovane” alla LUMSA con il cardinal Zuppi, nel 2023 la tavola rotonda “Progettare la vita” con rappresentanti di diverse forze politiche. “In questa legislatura ci sono quattro Proposte di Legge sottoscritte da qualche decina di parlamentari. – commenta Luisa Santolini, coordinatrice delle relazioni istituzionali della Rete – Sono semplicissime: si chiede una giornata in cui si parli di accoglienza della vita in senso positivo”.

Oggi a Modena si sono riunite le associazioni per la 2° edizione del Festival Nazionale per la Giornata della Vita Nascente: musica, interviste, storie, approfondimenti per raccontare lo spettacolo della vita. Gli ospiti, moderati da Chiara Pazzaglia, presidente delle ACLI bolognesi, sono Arnoldo Mosca Mondadori, autore del libro “Il miracolo della vita”, Matteo Rizzolli, economista e padre di sei figli, che insiste sull’importanza della dimensione culturale nella scelta di accogliere la vita, Matteo Manicardi e Fabiana Coriani, giovane coppia che ha accolto la brevissima vita del loro figlio, una storia raccontata nel libro “La storia di super Michy”. Tutto allietato dalla voce della cantautrice Mirael con i brani dal suo album “Sentire l’Amore”. Sarà possibile seguire e rivedere online l’evento su www.giornatavitanascente.org.

Nell’attesa di una giornata nazionale, la Rete propone ora ai Comuni di realizzare un’iniziativa di sensibilizzazione sul loro territorio ed istituire una giornata comunale della Vita Nascente.

Luca Luccitelli: