Ripartenza, ma con cautela. La nuova stagione del calcio è pronta a rimettersi in moto dopo un’estate fatta di stadi chiusi, ma che hanno permesso di portare a termine, non solo i campionati nazionali, ma anche le due massime competizioni europee. Da venerdì si riparte con il ritorno delle Nazionali e poi, dopo la metà di settembre, via anche ai campionati nazionali, esclusa la Francia che è già ripartita. L’attesa non è ancora pari alle speranze, perché sono bastati pochi giorni di vacanza per i calciatori, per mandare al diavolo quanto di buono era stato costruito dopo la ripresa dell’attività.
Giocatori tornati dalle mini vacanze positivi al Covid-19 e l’attesa che rischia di allungare l’incubo. Stavolta non sarà però come a fine febbraio, quando l’epidemia ha colto di sorpresa tutti. Stavolta, anche il calcio, arriva preparato. Non ci saranno fermi dei campionati neppure in presenza di una evoluzione in negativo della pandemia, ma solo il fermo obbligato di due settimane per coloro che risulteranno positivi. In Serie A la lista è già lunga: quattro nella Roma e nel Cagliari, uno nel Napoli, Brescia e Benevento, per non parlare della lista oltre confine, con i casi al Marsiglia, al Chelsea e per ultimo, notizia di oggi, Neymar e Di Maria del Psg che hanno contratto il virus.
Situazione poco felice perché, come dicevamo in apertura, sono bastati pochi giorni di vacanza senza controllo, per far precipitare il calcio nell’incubo. La ripresa, tanto per essere chiari, sarà a porte chiuse. A cominciare dalle Nazionali (gli Azzurri di Mancini impegnati il 4 a Firenze contro la Bosnia e il 7 ad Amsterdam contro l’Olanda). L’input della Uefa, che pure spinge per una riapertura graduale al pubblico, è quella di tenere alta l’attenzione.
Il 24 a Budapest, in occasione della Supercoppa Europea tra Bayern Monaco e Siviglia, si rivedrà il pubblico, un terzo della capienza dello stadio ungherese. E sarà quello il vero banco di prova per tutto il mondo del calcio. Se l’esame verrà superato, niente di più facile che entro metà ottobre (Ceferin spera prima), si possano riaprire i cancelli degli stadi al pubblico per un terzo della capienza. Ma l’attenzione dovrà rimanere alta. Lo sa benissimo il mondo del calcio che si interroga sulle misure da seguire.
Da venerdì tornano le Nazionali, che seguiranno protocollo rigidissimi, gli stessi chiesti ai giornalisti e fotografi, ancora pochi, ammessi negli stadi. La speranza è che l’onda maligna delle vacanze senza freni, sia finita con quest’ultima ondata, ma in molto temono che i contagi possano tornare a salire nei prossimi giorni. Ma senza mettere a rischio i nuovi campionati, a meno di clamorose epidemie che però metterebbero sul lastrico non solo il mondo del calcio, ma l’intera economia.
C’è poi l’altro problema degli affaticamenti muscolari che ad esempio in Nazionale, hanno già colpito Tonali, Meret, Insigne e oggi Bernardeschi. Il tutto complice un tour de force che da giugno a fine agosto ha costretto i calciatori ad impegni ravvicinati che hanno messo a dura prova la resistenza fisica. Altro problema da affrontare in vista della nuova stagione dove si dovrà tenere nella dovuta considerazione il fatto che tra la fine della vecchia stagione e l’inizio della nuova, sono passati appena una quindicina di giorni, meno per l’Inter che ha giocato la finale di Europa League.
E se quella passata è stata indicata come una stagione fuori dagli schemi, quella che si appresta a cominciare rischia di essere contrassegnata da ulteriori problemi, tra fermi muscolari e nuovi contagi. Di certo, il ritorno alla vita di tutti i giorni, alle cautela imposte dai club, dovrebbe in un certo senso aiutare. Ma gli occhi del calcio guardano positivo, come lo fa Cerefin presidente della Uefa che fa il paio con il collega italiano Gabriele Gravina che strizzano l’occhio ad una ripresa con gli stadi ravvivati dalla presenza dell’anima del calcio, ovvero i tifosi.
Una volontà che passa dalla prova del nove di Budapest che, per come è stato impostata dalla Uefa e dall’Ungheria, dovrebbe sortire effetti colorati di rosa e di conseguenza portare all’apertura parziale degli stadi in tutta Europa. In Francia, dopo tre giornate, nessun caso tra i tifosi, eccezione per quei calciatori che durante le mini vacanze si sono lasciati un po’ andare. L’opinione, personale, è che anche il calcio potrà presto riabbracciare i propri tifosi. Il resto spetta ai calciatori, che dovranno continuare a seguire le norme sanitarie imposte da tempo, senza abbassare mai la guardia.