L’agricoltura nella sua totalità è molto esposta all’impatto dell’aumento delle temperature e dei cambiamenti climatici in generale. I progressivi mutamenti della stagionalità stanno mettendo a dura prova i cicli agricoli e la graduale tropicalizzazione del clima sta portando con sé cambiamenti delle precipitazioni e gli eventi meteorologici di natura estrema, come le ondate di calore, la siccità, le tempeste e le inondazioni, che devono portare ad azioni rapide e sinergiche da parte del legislatore a tutti i livelli istituzionali.
Il Parlamento Europeo, su questo versante, ha recentemente approvato una proposta di regolamento detta “Nature Restoration Law” ovvero sul “Ripristino della Natura”, che impone agli stati membri di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 e successivamente estendere lo stesso concetto a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Inoltre, la legge esprime la volontà di garantire nessuna perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 e programmarne un aumento del 5% entro il 2050. Tale norma prevede poi un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città, la riumidificazione delle torbiere prosciugate, l’aumento della biodiversità nei terreni agricoli, il ripristino degli habitat nei fondali marini e la rimozione delle barriere fluviali per liberare 25mila chilometri di fiumi in modo da prevenire disastri durante le alluvioni. Gli studi effettuati stimano che, gli investimenti per il recupero dell’ambiente, per ogni euro speso, porteranno fra gli otto e i 38 euro in benefici.
Acli Terra ha accolto con favore l’approvazione di questa proposta in quanto, per noi, rappresenta una grande opportunità per promuovere delle forme di agricoltura sostenibile in grado di valorizzare maggiormente la grande opera quotidiana degli agricoltori quali custodi dell’ambiente. Siamo al fianco della filiera agroalimentare in questo difficile momento storico, con l’obiettivo di seguire gli insegnamenti che Papa Francesco ci ha donato nelle sue encicliche e, quindi, impegnarci per affidare alle future generazioni una “casa comune” nel quale i suoli siano preservati dall’inquinamento, le risorse vengano utilizzate in maniera più sostenibile e si possa garantire a tutti la sicurezza alimentare.