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Natale, perché il regalo non è solo un… regalo

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È tempo di Natale, la festa tanto attesa, che è festa di famiglia, perché ci riconduce all’importanza che hanno per un bambino che nasce il calore e la presenza del padre e della madre in un ambiente comune, anche una semplice capanna in cui condividere il primo pianto e il primo sorriso. È giorno di regali perché la nascita è salutata sempre con gioia ed ogni persona cara ed amica sente il bisogno di augurare, e dare, qualcosa di bello e importante. I pastori presero ciò che avevano: latte, formaggi, galline, uova, pesci, pane e con semplicità cercarono di rendere bello il giorno della nascita al Bambino Gesù.

Da sempre in ogni casa a Natale si rinnova questa tradizione ed è perciò che, insieme all’ascolto della Santa Messa, si tende a rendere felici i bambini con la leggenda di Babbo Natale che di notte giunge dal camino o dai tetti a portare loro quanto per tanto tempo hanno desiderato. Purtroppo il tempo del desiderio e l’entusiasmo per l’arrivo dei doni oggi si è molto ridotto. Tutto dura poco perché per la maggior parte dei bambini, soprattutto quelli per cui Babbo Natale può arrivare, è diventato quasi un fatto quotidiano ricevere regali.

Si è persa la gioia della sorpresa, la magia di ricevere qualcosa che a lungo si è desiderato. Nelle camerette tanti giochi si accavallano, confondono, distolgono l’attenzione l’uno dall’altro. Non rimane tempo per la creatività e la fantasia. È per questo che oggi scegliere i regali, nonostante le vetrine ne siano piene, diventa sempre più difficile e complicato. Sembra che nulla possa attirare l’attenzione dei bambini. Perché? Se quanto fin qui detto può essere un’importante motivazione, credo che la difficoltà della scelta, soprattutto per i bambini dai 5-6 anni in su, sia da ricercare nel fatto che si vive nell’epoca di internet, dei cellulari, dei tablet, degli smartphone e dei videogames.

Tutto ciò attira molto i bambini anche perché, abili e agili con i dispositivi telematici, si sentono loro stessi i protagonisti veri del gioco. Tuttavia, personalmente non credo che sia tanto questo il danno quanto invece il contenuto dei giochi stessi (a volte inutile e vuoto), e dei video trasmessi a in tv e sul web, spesso diseducativi, privi di qualsiasi etica, e fomentatori di violenza o di voli pindarici verso forme di vita fantascientifiche e spesso irreali.

In un’epoca come la nostra, rapida, tecnologica, futurista, è quasi impossibile pretendere che i bambini non usino quanto noi adulti, facendone uso, propiniamo loro, anche, ahinoi, attraverso il modellamento negativo dell’utilizzo dipendente dei cellulari che, per imitazione, assimilazione e accomodamento, diviene l’uso di coloro che spesso vedono in noi modelli. È, dunque, importante che siamo noi a riflettere per primi e a studiare sui contenuti interessanti ed educativi da proporre. Non possiamo permettere che attraverso i giochi si diffonda una mentalità troppo pragmatica, trasgressiva, lontana dalle buone maniere, non sempre rispettosa dell’etica e dei buoni costumi.

Mi sembra di poter dire che oggi, ancor più per i più piccoli, sono da proporre pupazzi, costruzioni, libri su animali e curiosità, strumenti musicali, la sabbia cinetica che, essendo una pasta modellabile, non si secca e può usarsi più volte, il tipì o tenda conica. Dai 6 anni in su vedrei di più i droni casalinghi a tre velocità, i giochi che tenendo conto del rispetto per l’ambiente si possono realizzare con il materiale riciclabile e, come diceva la Montessori, con le cianfrusaglie senza brevetto, tipo tappi, mollette, bottoni, pezze, bottiglie e oggetti di carta o plastica.

È In tal modo che il gioco e i giochi possono davvero contribuire all’educazione e alla formazione del bambino e si può addirittura giungere al risultato di far sì che anche sui tablet i bambini affidino ai loro personaggi on line preferiti i giochi classici del passato o la realizzazione di quanto hanno in mente e desiderano. Attraverso il gioco, il bambino cresce e matura, si forma lentamente ed è per questo che non bisogna sottovalutarne l’importanza. Il gioco deve tendere alla formazione, al senso del rispetto di se stessi e di quello reciproco, deve sviluppare la sensibilità, la condivisione, l’interazione anche dei disabili e dei “diversi”, così come accade, ad esempio, con l’uso delle nuove bambole Desi Dolls, accanto alle storiche Barbie Color Reveal che gareggiano con le ormai amatissime Lol. Per non parlare dei giochi della playstation per i maschietti…

Scegliere i regali è, dunque, molto importante, prova ne sia la cura che si mette anche nella realizzazione dei giochi per bambini con problemi psichici ed handicap vari. La consapevolezza di ciò deve farci riflettere perché ogni adulto, scegliendo doni di Natale, si ponga il problema della finalità che, attraverso questi, egli vuole raggiungere con i propri bambini. Soprattutto ognuno di noi non deve dimenticare che sarebbe molto bello che i propri figli trovassero sotto l’albero anche un regalo da dare dopo averlo conservato in un luogo sicuro, su richiesta di Babbo Natale, per i bambini che nel corso dell’anno non saranno mai festeggiati durante onomastici e compleanni.

Deponendolo in un luogo riservato, si otterranno tre risultati importanti: in primo luogo, il bambino capirà quanto sia stato importante aver ricevuto spesso regali; in secondo luogo, imparerà a vedere il “Tu” e non solo l’ “Io”. Capirà, quindi, che la sua “rinuncia” diventa conquista per l’altro. Lì coglierà il significato della solidarietà. Sarà in questo modo che la parola “regalo” sarà sostituita simbolicamente dalla parola “dono”. Il bambino capirà che l’oggetto donato è frutto di una relazione o/e va inserito in una relazione. È così che il dono, diventando espressione di una relazione, acquisirà una connotazione emotiva rilevante in quanto giungerà alle corde del cuore di ogni piccolo…

Quel dono avrà senso perché il bambino giocherà con la madre, quel libro avrà significato perché il piccolo leggerà insieme al fratello, quel gioco esilarante troverà il suo “perché” nel piacere del gioco e nel ben-essere che aprirà le porte ad un sano divertimento in famiglia. In questo modo il 25 mattina potremo anche scorgere qualche attimo di frustrazione per un momento in cui il gioco comune distrae dal piacere di scartare compulsivamente i regali in vista di un possesso… Non avremo contribuito a lasciare possibili tracce di narcisismo in chi vuole “tutto e subito per il proprio ego”, ma avremo, così, contribuito a far comprendere il senso e l’importanza del dono: poterlo condividere e goderne insieme, nella relazione con l’altro. È proprio vero quanto sosteneva Jung: “Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dà”. L’augurio sincero è che in questo Natale ogni regalo sia davvero un dono!

Se così sarà, scateneremo una relazione. Se così sarà, in quel momento il regalo diventerà omaggio ai sentimenti perché si farà dono con e per l’altro. Se così sarà, in quegli istanti si realizzerà il vero senso del Natale: donare amore.

Prof. Alfredo Altomonte: