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Come sta cambiando il mondo della musica

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“Non è la sostituzione della musica live, ma qualcosa che potrebbe aggiungersi ai concerti, che torneranno!”, hanno dichiarato gli organizzatori… Domenica 6 settembre si è svolto, in diretta dall’Arena di Verona, “Heroes – Il futuro inizia adesso”: il primo grande concerto italiano in live streaming, con oltre 40 artisti che si sono alternati per più di 5 ore a sostegno dei lavoratori del mondo della musica.

Una line-up stellare ha animato un evento innovativo in live streaming e a pagamento: Achille Lauro, Afterhours, Aiello, Anastasio, Anna, Brunori Sas, Cara, Coez, Coma Cose, Diodato, Elodie, Eugenio In Via Di Gioia, Fedez, Frah Quintale, Francesca Michielin, Franco126, Gaia, Gazzelle, Gemitaiz&Madman, Ghali, Ghemon, Levante, Madame, Mahmood, Margherita Vicario, Marlene Kuntz, Marracash, Mecna, Michele Bravi, Mostro, Nitro, Pinguini Tattici Nucleari, Priestess, Random, Rocco Hunt, Salmo, Selton, Shiva, Subsonica, The Kolors, Tommaso Paradiso, Willie Peyote, hanno dato vita ad uno dei progetti più ambiziosi che il mondo della musica italiana abbia mai realizzato. “Heroes” è nato dal lockdown, quando si cominciò a capire che la cancellazione di tutti gli spettacoli musicali stava creando una situazione sempre più pesante per i lavoratori del mondo della musica. Questo evento ha simboleggiato, per tutti loro, un segno di ripartenza.

La società che per prima si è messa in moto per rendere possibile questo evento si chiama “Music Innovation Hub”, e sicuramente ne sentiremo molto parlare, in futuro! MIH è una società per azioni che, però, lavora per fini sociali e con modelli economici che, comunque, devono essere sostenibili. Viene definita una sorta di “social business”: un qualcosa di inedito, creato valorizzare il ruolo della musica e per aiutare l’innovazione musicale nel nostro Paese. E, anche se in Italia è molto difficile fare rete, Music Innovation Hub spinge sulla collaborazione al fine di una crescita del settore. Era presente anche una parte di pubblico dal vivo, ovviamente distanziato e regolato per rispettare le norme anti Covid-19: personale medico sanitario che ha rappresentato tutti coloro che hanno combattuto in prima linea contro il coronavirus. Il concerto, simbolicamente, era dedicato a tutti loro!

Ma la notizia straordinaria è stata che il pubblico, collegato via Web grazie alla piattaforma “Futurissima.net” (e su smartphone attraverso l’app A-Live), ha superato, biglietti elettronici conteggiati alla mano, quota 30 mila. La nota dolente è che è stato tutto realizzato senza alcun contributo da parte delle istituzioni pubbliche!

“È nel DNA della musica dal vivo non avere mai visto soldi pubblici e anche questa volta è così”, ha sottolineato Roberto De Luca di Live Nation. “Era difficile immaginare tutto questo in un periodo in cui non si immaginava nulla” ha sottolineato Clemente Zard di Vivo Concerti, che prosegue: “Questa operazione da cui è partito tutto è stato qualcosa di straordinario, si percepiva un’energia particolare dove erano sparite discussioni e diatribe, sostituite dalla voglia di fare e di lasciarne traccia nel tempo. Quello di “Heroes” è il primo esperimento, mai fatto in Italia, di live streaming a pagamento di questa dimensione e portata che potrebbe aprire nuove strade ai live: mai, nella storia, migliaia di persone sono “andate” ad un concerto, pagando un biglietto di 10 euro, con il loro smartphone, scaricando una app, oppure con i loro computer, entrando in una piattaforma Web. E per oltre cinque ore hanno seguito le esibizioni dei loro idoli in modalità interattiva!

Lo streaming a pagamento di un concerto non sostituisce, certamente, lo show dal vivo, ma gli si affianca dignitosamente. E potrebbe essere un’opportunità in più per raggiungere altro pubblico e, perché no, fare anche guadagni. Lo scorso giugno, una band coreana popolarissima, con questa modalità, ha venduto 756.600 biglietti in 107 paesi. Una cosa enorme. “Heroes” è sicuramente stato un evento molto più piccolo, ma sicuramente ha funzionato. Come è andata? Piuttosto bene, piccoli problemi di connessione a parte: dei 39 mila biglietti venduti, solo 9 mila sono stati comprati da singoli fan… Gli altri sono stati comprati dagli sponsor o donati a titolo diverso. Ma quei 9.620 paganti hanno dimostrato che si può fare. E hanno dimostrato anche che, quando durante la quarantena dicevamo che potevamo avere una nuova occasione per provare a cambiare le cose, non sbagliavamo: qualcuno ci è riuscito!

Paolo Berro: