In questo periodo stanno diminuendo i costi di luce e gas per le famiglie italiane, in considerazione della discesa dei prezzi per le materie prime a livello internazionale. Purtroppo però non è così per il petrolio e, di conseguenza, per i costi dei carburanti. Malgrado il prezzo di quest’ultimo non sia proibitivo e attualmente si attesta sugli stessi valori di fine 2021 , nonostante ciò, registriamo un fatto fortemente negativo ovvero, i prezzi di benzina e gasolio, sono ben più elevati di quanto c’erano le stesse quotazioni del petrolio. Quindi, in questo frangente, ci troviamo di fronte a una forte speculazione che ricadrà non solo sui costi di trasporto, ma anche sui pieni di benzina e quindi sulle famiglie che usano l’auto per lavoro o per una gita fuori porta. L’ammontare degli aumenti sarà nell’ordine dei 20 centesimi al litro, pari ad un introito speculativo di circa otto miliardi all’anno che ricadranno sull’intera economia.
Le misure necessarie da mettere in campo per frenare le speculazioni sui carburanti sono essenzialmente due. La prima consiste nel fare verifiche e controlli nel campo, oltretutto si sa che il governo è il maggior azionista dell’Eni. Pertanto, è necessario che si chiarisca il motivo della discrasia tra i vari prezzi dei carburanti e il costo del petrolio. Il secondo elemento è rappresentato dall’utilizzo dell’accisa mobile. In altre parole, nel momento nel momento in cui si verifica un incremento del costo del dei carburanti aumentano le entrate per lo stato. In tal caso, lo Stato, non si deve trasformare in una compagnia petrolifera e far guadagno sulla speculazione ma, al contrario, deve avere un’accisa che si riduca di quanto è aumentata l’entrata delle tasse. Tali misure serviranno per evitare ulteriori incrementi e, nel contempo, a arginare le speculazioni.