La missione a cui non possiamo abdicare

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nella società del nostro tempo, purtroppo, la solitudine è una realtà molto diffusa, soprattutto tra le persone più anziane, spesso vittime di quella che, Papa Francesco, ha definito “cultura dello scarto”. I nonni e, in generale, coloro si trovano a vivere la delicata fase della vecchiaia, devono invece essere messi al centro della società e delle politiche di tutela. In particolare, noi credenti, siamo chiamati a edificare il “noi” e l’essere comunità, imperniati nella cultura dell’incontro, al fine di creare spazi di confronto e dialogo intergenerazionale.

Tutto ciò però, deve essere seguito da un nuovo modello di welfare che, senza se e senza ma, deve prevedere maggiori e più adeguate forme di supporto a coloro che stanno vivendo la “Terza Età” e la “Quarta Età”.

Il paradigma innovativo di welfare a cui penso, dovrà mettere in prima posizione un’alleanza tra le istituzioni pubbliche e il Terzo Settore con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno e valorizzare il patrimonio sociale e culturale di cui, ogni anziano, è depositario. Attraverso la fraternità con le nostre radici, sapremo dare loro l’attenzione e la tenerezza necessaria per affrontare al meglio le loro fragilità e farcene carico tutti insieme.

Il presupposto fondamentale di ogni società socialmente avanzata è e dovrà sempre essere la prossimità a chi si trova ad attraversare un momento di fragilità. Se saremo in grado di farlo anche in quest’epoca, la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che ci apprestiamo a celebrare, acquisirà il significato profondo che, il Santo Padre, ha inteso darle richiamando il versetto del Salmo 71 che significativamente recita: “Nella vecchiaia non abbandonarmi”. In queste parole è racchiusa la nostra missione di cittadini e cristiani a cui, in nessun modo, possiamo abdicare.