Sull’onda ella presentazione dell’enciclica del Papa “Laudato si’” che affronta anche la questione delle migrazioni forzate legate ai cambiamenti climatici, sentiamo più forte la necessità di una risposta collettiva europea alla grave emergenza umanitaria di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini che continua a consumarsi nel Mediterraneo e che richiede una soluzione urgente e non più rinviabile.
Mentre si discute in queste ore su una possibile proposta di accordo la situazione alle frontiere, in particolare sul fronte francese, resta sempre molto tesa per la volontà dei migranti di proseguire il proprio viaggio verso altre mete del nord Europa. Intanto si fa sempre più incessante l’arrivo di nuovi disperati spesso vittime di trafficanti di esseri umani senza scrupoli. Secondo i dati aggiornati del Viminale, i migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio al 16 giugno di quest’anno sono 58.659, circa un migliaio in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando si raggiunse in totale la cifra record di 170 mila arrivi. Triton e l’operazione Frontex hanno soccorso finora 6.592 persone.
Gli scafisti arrestati sono stati 222. La Sicilia è la principale regione di sbarco, seguita dalla Calabria e dalla Puglia. I barconi partono in prevalenza dalla Libia, seguita dall’Egitto. Gli eritrei sono i più numerosi tra gli stranieri arrivati quest’anno in Italia,11.641; seguono somali, 5.102, e nigeriani, 4.767. Gli immigrati attualmente ospitati nelle strutture italiane sono circa 90mila, di cui 77mila adulti, tra cui diverse donne in stato di gravidanza, ed il resto minori. La Sicilia è la regione che ne ospita di più, 20%, seguono il Lazio con quota 11%, la Lombardia con il 9%, la Puglia e la Campania con il 7%, Calabria, Emilia Romagna e Piemonte con il 6%, la Toscana con il 5%.
Di fronte a questo quadro, come donne della Cisl siamo sempre più convinte dell’eccezionalità del momento e dell’importanza di una maggiore condivisione e solidarietà da parte dell’Europa che molto spesso si è distinta per i pronti richiami al rispetto dei diritti umani ma che poi nei fatti non riesce a tradurre nel concreto a causa dell’egoismo di alcuni Stati membri che fanno di tutto per tirarsi fuori da una questione certamente difficile e complessa ma che proprio per questo ha bisogno del contributo di tutti. Il problema non si risolve di certo innalzando barriere ma affrontando la questione con grande senso di responsabilità, e questo non può riguardare solo l’Italia ma tutti i paesi che fanno parte dell’Unione Europea.
Ecco perché chiediamo un’immediata sospensione e il superamento del Regolamento di Dublino per permettere una distribuzione del carico di profughi tra tutti i paesi dell’Europa, ciascuno secondo le proprie capacità ricettive. Altra questione che si sta discutendo in questi giorni è la distinzione tra coloro che fuggono da guerre e persecuzioni, e i cosiddetti migranti economici che diventano sempre più numerosi, soprattutto se si tiene conto dell’attuale situazione economica e del mercato del lavoro che vede nel nostro Paese anche tra i lavoratori immigrati il rischio dello scivolamento nell’irregolarità per la perdita del posto di lavoro.