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Il nuovo slancio al rapporto diretto con i media impresso da Papa Francesco

ā€œSiamo consapevoli che 75 anni fa Papa Pio XI ha inaugurato la Radio Vaticana e ha dato cosƬ una nuova voce alla Santa Sede, anzi alla Chiesa e al Signore. Una voce con la quale si potesse realmente eseguire il mandato del Signore: Ā«Annunciate il Vangelo a tutte le creature sino ai confini della terraĀ». Era il 3 marzo del 2006 e Benedetto XVI visitĆ² la sede della Radio Vaticana a Roma per i 75 anni dellā€™emittente accolto dal direttore generale di allora, il padre gesuita Federico Lombardi. ā€œOggi, proseguiva Benedetto XVI in diretta radiofonica, la voce di Radio Vaticana puĆ² giungere in ogni parte del mondo, in tante case, non solo parlando ma anche accogliendo le risposte, in un vero dialogo per capire, per rispondere e per costruire cosƬ la famiglia di Dio. Mi sembra questo il senso di un mezzo di comunicazione come questo: aiutare a costruire questa grande famiglia che non conosce frontiere, nella quale, nella molteplicitĆ  delle culture e delle lingue, tutti sono fratelli e sorelle, e cosƬ rappresentano una forza per la pace. Vorrei augurare a tutti coloro che mi ascoltano in questo momento di poter realmente sentirsi coinvolti in questo grande dialogo della veritĆ ā€. ā€œNel mondo dei mezzi della comunicazione, notava ancora Benedetto XVI, non mancano, come sappiamo, anche voci contrastanti. Tanto piĆ¹ ĆØ importante che esista questa voce, che vuole realmente mettersi al servizio della veritĆ , di Cristo, e cosƬ mettersi al servizio della pace e della riconciliazione nel mondo. Auguro ai collaboratori che possano essere efficaci strumenti di questa grande opera di pace del Signore. Ringrazio per tutto quello che fate giorno per giorno, forse anche notte per notte. Auguro agli ascoltatori che, coinvolti loro stessi in questo grande dialogo, diventino anch’essi testimoni della veritĆ  e della forza della pace nel mondoā€.

Quanto detto 15 anni fa dal Papa emerito per i 75 anni della Radio Vaticana, che quest’anno ha compiuto 90 anni di servizio, indica ancora oggi una valida linea editoriale per tutte quelle emittenti che si ispirano ai valori cristiani, al magistero del Papa e alla Dottrina sociale della Chiesa. Una realtĆ  di radio in dialogo con il mondo in tutte le sue componenti, religiosa ed ecclesiale, sociale, politica, economica e culturale per offrire chiavi di lettura, informazioni di servizio, formazione umana e cristiana, valorizzando la realtĆ  dei territori, in collegamento con le Istituzioni, il mondo del sociale, il volontariato cattolico, con grande attenzione allā€™orizzonte internazionale.

Inaugurata da Pio XI con il radio messaggio “Qui arcano Dei” il 12 febbraio del 1931, Guglielmo Marconi ne curĆ² la struttura tecnica. Per decenni la Radio Vaticana fu affidata alla gestione dei Gesuiti fino al “Motu Proprio” di Papa Francesco del 27 giugno 2015 che avviĆ² la convergenza dei media vaticani. Oggi, la Radio Vaticana fa parte di un sistema editoriale gestito dal Dicastero per la Comunicazione, parte integrante della Curia romana. Per il primo Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, giĆ  Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo ViganĆ², attuale vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, ā€œcon il passare degli anni era divenuto maggiormente evidente che quella di Papa Francesco era una rivoluzione comunicativa che disegnava un percorso di rinnovato dialogo con il mondo, affrontando in maniera diretta le questioni centrali della societĆ ā€. ā€œFrancesco ha impresso un nuovo slancio al rapporto diretto con i media e, attraverso di essi, con la gente semplice, lontana dal tradizionale e forse ormai desueto linguaggio ecclesialeā€. ā€œUna necessitĆ  per un Papa che la pandemia, come lui stesso ha rivelato, ha ingabbiato sottraendolo allā€™abbraccio con le folle dalle quali ha sempre tratto ossigenoā€.

ā€œLā€™attuale contesto comunicativo, caratterizzato dalla presenza e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dellā€™interattivitĆ , sottolineĆ² Papa Francesco nel maggio 2017 ai partecipanti alla Plenaria dellā€™allora Segreteria per la Comunicazione, richiede un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede e impegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si ĆØ sviluppato allā€™interno dellā€™assetto della comunicazione della Sede Apostolica, proceda decisamente verso unā€™integrazione e gestione unitariaā€.

ā€œNel passato ogni modalitĆ  comunicativa aveva i propri canali. Ogni forma espressiva aveva un proprio medium: le parole scritte il giornale o i libri, le immagini le fotografie e quelle in movimento il cinema e la televisione, le parole parlate e la musica la radio e i CD. Tutte queste forme di comunicazione oggi sono trasmesse con un unico codiceā€. Il Dicastero per la Comunicazione si avvia a compiere, in giugno, i sei anni di vita. ā€œLa nostra ambizione mite, afferma il Prefetto del Dicastero, Paolo Ruffini alla vigilia della visita di Papa Francesco a Palazzo Pio, sede di Radio Vaticana, Vatican News e Osservatore Romano, lunedƬ 24 maggio 2021, ĆØ quella far sentire i tanti che ci seguono, e sono milioni oggi anche attraverso il web e i social, protagonisti in prima linea di quell’avventura collettiva che ĆØ la storia che si fa e che ha bisogno di una lettura cristiana per essere capita. La Chiesa non puĆ² non comunicare. Esiste anzi anche per questoā€.

ā€œSono 434 anni che la Santa Sede ha una tipografia. La stampa a caratteri mobili era appena stata inventata da Gutenberg. Che riprodusse per la prima volta la Bibbia con la nuova tecnica nel 1455. Sono 160 anni che ha un giornale, 95 che ha una casa editrice. Sono 90 anni che ha una radio; 25 che ha un portale web. 82 anni fa nasceva la Sala Stampa della Santa Sede. 75 anni fa veniva istituita la Pontificia Commissione che poi diventĆ² il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. 62 anni fa la Filmoteca vaticana, 38 anni fa il Centro televisivo vaticano, 26 anni fa l’Ufficio Internet vaticano. E cinque anni fa ĆØ nato il Dicastero. Il suo scopo era ed ĆØ lā€™unitĆ . Ma oggi, conclude il Prefetto Ruffini, come allora una unitĆ  plurale. Una unitĆ  nella diversitĆ  delle professioni, dei media, dei ruoli, delle funzioniā€.

Luca Collodi, caporedattore, coordinatore del canale italiano di Radio Vaticana

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