Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Impegno per la democrazia, pace e inclusione rappresentano, da sempre, i tre pilastri dell’impegno dei cattolici per il bene comune all’interno della vita quotidiana di ogni comunità. Tutto ciò ripone le sue radici all’interno dell’insegnamento sociale della Chiesa, il cui inizio viene riconosciuto nell’enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII per poi proseguire, attraverso diversi momenti storici cruciali, con altre lettere encicliche e discorsi sociali, tra cui si ricordano la “Quadragesimo Anno” di Papa Pio XI, la “Mater et Magistra” di Papa Giovanni XXIII, la “Populorum progressio” di Papa Paolo VI, la “Centesimus annus” di Papa Giovanni Paolo II, la “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI, fino ad arrivare ai giorni nostri con l’enciclica “Fratelli tutti” e l’esortazione apostolica “Laudate Deum” di Papa Francesco. Il tratto comune che unisce tutti questi importanti documenti è lo spirito di fraternità e la speranza per uno sviluppo solidale dei popoli, con l’obiettivo di mettere sempre le persone e la tutela della loro dignità al centro.
In questi giorni, grazie alla 50esima Settimana Sociale dei cattolici in Italia, tali temi, tornano al centro del dibattito pubblico incentrato sulla tutela del bene comune attraverso l’esercizio della democrazia. In un percorso simbolico che parte dall’opera di don Luigi Sturzo, passando per Camaldoli e fino ad arrivare a Trieste, abbiamo l’opportunità di ricordare e riaffermare le nostre radici di impegno civile che, in un momento di forte crisi internazionale, devono tornare a vedere una nuova luce.
Tra ricordi e speranza per l’avvenire, attraverso l’associazionismo di matrice cattolica, abbiamo il dovere morale di rimettere in campo quella che, con lungimiranza, Papa Pio XII, definiva “aratura civile”. In questo modo, le “Piazze della democrazia”, cuore pulsante di questo momento di incontro sociale triestino, saranno sempre la guida ideale di ogni cattolico che intenderà mettersi al servizio del bene comune, con spirito di fraternità e prossimità alle fragilità. Abbiamo un’occasione fondamentale per porre le basi di un futuro migliore, non sprechiamola.
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