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Le conseguenze delle promesse non mantenute

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“Cercate di promettere un po' meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni.” (Alcide De Gasperi)

“Prof, sono Davide, oggi non riesco ad esserci alla riunione e mi dispiace veramente un sacco, soprattutto perché ho preso un impegno sovrapposto alla riunione e non avrei dovuto. Mio nonno ieri mi ha chiesto se oggi andavo a pranzo da lui ed io, che non lo vedo spesso come dovrei, gli ho detto di sì. È anziano, non mi chiede spesso di andare a pranzare con lui e così, in quell’attimo, ho pensato solo di andare a fargli compagnia. Lui è stato felicissimo. Prof, dentro di me lo so che le avevo dato la mia parola e mi dispiace troppo darle di me un’immagine di inaffidabile. Però veramente avrei voluto partecipare all’incontro di oggi pomeriggio. So che oggi i miei compagni saranno ingegnosi e fantasiosi nel progettare un murales che sia originale e degno della nostra scuola. Senz’altro ci sarò per tutte le prossime occasioni, perché a me piace tanto partecipare con la voglia di scoprire…. Scusi il lungo messaggio. Magari è una banalità, ma non voglio per nessun motivo essere paragonato ad altri tipi di persone”.

Sono ad una riunione e mi arriva su Whatsapp questo messaggio di Davide. È uno scritto traboccante serietà. Sono parole scritte con il cuore e la mente, collegati. Io ho fortemente ringraziato Davide perché l’onestà del suo messaggio mi ha accompagnato per il resto della giornata.

Mi ci volevano queste parole per farmi sperare ancora in un futuro migliore. Ricompariranno giorni in cui la parola data tornerà ad essere tutto ed una stretta di mano sarà di nuovo una certezza.

“Ti do la mia parola”. La nostra parola è l’unico bene di valore che possediamo. Le cose materiali sono semplici circostanze e un giorno potremmo ritrovarci senza niente. Non sono gli oggetti che possediamo a definirci, ma le parole che pronunciamo e le azioni che facciamo.

Per questo è stridente ascoltare ogni giorno, in questo periodo di pre-elezioni, la valanga di promesse che i nostri politici stanno facendo agli italiani. Mantenere la parola data è il fondamento dell’economia, dello Stato, della famiglia, della coppia, dell’amicizia, del buon vicinato… di tutto!

Possiamo pensare di migliorare questa nostra Italia se proprio chi fa le leggi promette e non mantiene? Possiamo sperare in una svolta, quando chi ci presenta un programma di governo, cambia idea secondo le sue convenienze e fa del bluff uno stile accettabile?

Nikita Khrushchev affermava ironicamente: “I politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire ponti anche quando non ci sono fiumi”. Ma perché è così facile cadere nella smania di potere, utilizzando anche la menzogna pur di arrivarci?

Un proverbio arabo dice: “Una promessa è una nuvola; l’adempimento è la pioggia”. La parola mantenuta irriga, nutre e porta vita. I falsari invece, lasciano i terreni aridi di speranza e privi di crescita. Promettono, giurano, garantiscono come se non ci fosse nessun giudizio su di loro. Ed invece c’è. Del popolo. Della storia. Di Dio.

“Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio” (Giacomo 5, 12)

Maria Cristina Corvo: