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Lavoro, il paziente è stabile

Ritorniamo dopo la parentesi estiva al nostro fare quotidiano con una situazione generale del Paese sostanzialmente stabile, con qualche sprazzo di ripresa ma che non allontana le preoccupazioni per una crescita che tarda ad arrivare in maniera strutturale soprattutto nel meridione perché il rilancio del sud è prerogativa del rilancio del Paese. Anche i dati Istat su occupazione e disoccupazione non si discostano molto da questa nostra lettura sottolineando, nel balletto di dati che registriamo da qualche mese a questa parte, le altalenanti opinioni su “ripresa sì – ripresa no”. Le stime dell’Istat pubblicate in settimana si riferiscono al secondo trimestre 2015 e confermano che le persone in cerca di occupazione restano invariate a 3 milioni 101 mila unità, dopo quattordici trimestri di crescita ininterrotta e il calo del primo trimestre 2015.

“La stabilità dei dati sulla disoccupazione rispetto a un anno prima presenta andamenti differenziati per genere, territorio e cittadinanza: all’aumento per gli uomini, 44 mila unità su base annua, si contrappone la diminuzione per le donne, -45 mila unità; il calo nelle regioni settentrionali, -40 mila unità, è compensato dall’incremento nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno; la lieve riduzione per gli italiani, -14 mila unità su base annua, si accompagna alla crescita di simile entità per gli stranieri”. Pertanto, continuiamo a rimanere in attesa di tempi migliori che ci rassicurino sul fatto di essere usciti definitivamente da questa asfissiante fase recessiva. Riguardo in particolare alle questioni legate al mondo del lavoro, registriamo un importante risultato sul tema specifico del congedo parentale a ore, previsto dall’art. 1, comma 339, della Legge di Stabilità 2013, che dopo qualche anno di gestazione giunge finalmente in porto con un Messaggio dell’Inps che ne definisce i criteri procedurali, di computo ed indennizzo, in assenza delle previste modalità di fruizione che sono demandate alla contrattazione collettiva di settore, non solo nazionale ma anche di secondo livello, come chiarito dal Ministero del Lavoro dopo interpello unitario sindacale.

Un risultato positivo che per la Cisl rafforza il ruolo della contrattazione a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici con figli e delle loro famiglie, per i quali il nuovo istituto, opportunamente regolamentato, può contribuire a offrire nuove opportunità di flessibilità rispetto all’esigenza di conciliare tempi di vita con i tempi di lavoro. In questo senso, proprio perché il beneficio della fruizione oraria del congedo parentale è finalizzato a conciliare i tempi di vita e di cura familiare con quelli di lavoro, le ore di congedo, anche quando non danno diritto all’indennità del 30% della retribuzione, sono coperte da contribuzione figurativa. Interventi di questo tipo, in aggiunta al potenziamento del sistema di welfare – asili nido, servizi agli anziani e ai non-autosufficienti, agevolazioni fiscali per le famiglie – sono fondamentali per favorire più conciliazione e quindi più occupazione. Ecco perché il Coordinamento Donne Cisl continuerà a lavorare in questa direzione a tutti i livelli e in tutte le sedi opportune.

 

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