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La profezia papale della terza guerra mondiale a pezzi

Dalla guerra fredda alla terza guerra mondiale a pezzi. Giovanni XXIII, con il Concilio ecumenico e con la “Pacem in Terris“, si propose come una voce profetica in un periodo di guerra fredda. Mentre a livello pastorale ed ecclesiologico la Chiesa non si pensava ancora a tutto tondo. Ovvero quale fattore di comunione nella diversitĆ . O anche come popolo di Dio in cui diversi carismi e ministri concorrono allā€™edificazione corresponsabile del regno di Dio. A sua volta il pontificato di Francesco si contraddistingue per il continuo richiamo a una fede autentica. Da incarnare. Capace di toccare il vissuto degli “scartati” della terra e dellā€™economia. E cosƬ Jorge Mario Bergoglio si mette in mite controtendenza rispetto a quella che lui stesso denomina “la terza guerra mondiale a pezzi“.guerraNel volo di ritorno dal viaggio apostolico in Corea (13-18 agosto 2014), Francesco ha risposto alla domanda di un giornalista giapponese. E ha sottolineato: “Oggi noi siamo in un mondo in guerra, dappertutto! Qualcuno mi diceva: ‘Lei sa, Padre, che siamo nella Terza Guerra Mondiale, ma ā€˜a pezzi’? Ha capito? ƈ un mondo in guerra, dove si compiono queste crudeltĆ ā€Ā». In questo senso, per essere un “Papa buono“, era necessario per san Giovanni XXIII, essere un uomo misericordioso. Di conseguenza, per essere “Papa misericordioso”, ĆØ necessario che papa Francesco sia un uomo buono. L’arcivescovo Vincenzo Bertolone osserva: “Del resto, moltissimi papi della storia della Chiesa, per natura del mandato stesso, hanno illuminato la Chiesa stessa e il mondo e, corroborati dalla grazia divina, sono stati buoni e misericordiosi. Altrimenti avrebbero tradito la loro specifica missione“. E aggiunge il presule della Congregazione Missionari Servi dei Poveri ā€œBoccone del Poveroā€(S.d.P): “Ciascun papa, comunque, resta legato al proprio ‘hic et nunc’ storico, sociale e religioso. Per cui manifesta le proprie virtĆ¹ in modo diverso e secondo il soffio dello Spirito Santo. Che lā€™ha eletto in una determinata circostanza ecclesiale e storica, tramite ‘le mani’ votanti dei cardinali“. guerraGiĆ  nella prima parte del secolo XX si parlĆ² di tramonto dellā€™Occidente. Trovando fin nella radice del termine Occidente (da “occasus“, tramonto, appunto) il destino di una terra in cui, oggi, la realtĆ  appare ancora piĆ¹ estenuata da certe atmosfere postmoderne. E ciĆ² evidenzia soprattutto la caduta dā€™interesse per la morale naturale. Con il conseguente tramonto di punti di riferimento stabili e duraturi. In un contesto assai piĆ¹ problematico che mette nelle mani dellā€™essere umano strumenti inediti. Ed apre situazioni, per quanto concerne il potere tecnoscientifico, di manipolazione e dominio sullā€™ecosistema. Sugli esseri viventi. E perfino sullā€™essere umano.GuerraSul piano piĆ¹ strettamente ecclesiale, giĆ  subito dopo il Concilio Vaticano II alcuni teologi parlavano delle nuove capitali della teologia. Da collocare non piĆ¹ in Europa. Ma nelle grandi cittĆ  dellā€™Asia o dellā€™Africa, oltre che dellā€™America latina. Scegliere
un papa “dalla fine del mondo”, da parte dei cardinali elettori, ha avuto il significato di portare lā€™attenzione della Chiesa di Roma (che presiede a tutte le Chiese nellā€™amore) verso uno dei tanti “sud” continentali. Quasi per decentrarne lā€™asse di riferimento. guerraNel caso specifico di papa Bergoglio, uno sguardo verso altri continenti, come quello americano. Ovviamente nella speranza di offrire come una nuova “curvatura” al processo di attuazione del Concilio Vaticano II. Al quale vanno contribuendo tutti i pontefici eletti dopo Giovanni XXIII fino a Francesco. Di cui giĆ  tre sono santi e uno sarĆ  beato il 4 settembre nel calendario liturgico cattolico. Il processo di “recezione” conciliare in genere ĆØ lungo e articolato. E accoglie gli apporti non soltanto dei pontefici e dei teologi. Ma anche del cosiddetto Ā«comune sentire ecclesialeĀ» (“sensus ecclesiae”). Che dopo la realizzazione dei fatti diventa un fattore di “controllo” della coerenza delle scelte conciliari rispetto al sentire comunitario della fede.Ā  guerraA chi guarda dalla periferia i processi di rinnovamento in atto, le ombre potrebbero anche apparire come piĆ¹ evidenti della luce. Che pure esiste nella ā€œvecchiaā€ Europa. Alla quale ormai sono aggregate anche le Chiese della ex ā€œcortina di ferroā€. O la vivacitĆ  religiosa delle terre ex marxiste che hanno espresso Giovanni Paolo II, il Pontefice venuto dallā€™est. Lā€™occhio sereno dovrĆ , dunque, guardare allā€™antefatto remoto del Concilio Vaticano II promosso da Giovanni XXIII, cioĆØ al Vaticano I. In cui, nellā€™ultimo tratto del secolo XIX, si era consumata unā€™antica modalitĆ  di affrontare i rapporti tra Chiesa e mondo moderno.

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